Cos’è questa storia delle cartucce Made in Italy che sono usate per reprimere le proteste in Iran

Se si cerca sulla Treccani, alla parola cheddite esce scritto “esplosivi da mina di Strett. Ebbero tale denominazione per essere state fabbricate inizialmente (1897) a Chedde in Savoia”. Una produzione italo-francese, dunque, che ora fa assai rumore. Perché? Le cartucce per fucili che utilizzano componenti Cheddite sono largamente usate in Iran almeno sin dal 2011, violando le sanzioni europee entrate in vigore proprio quell’anno

Da quando è morta Mahsa Amini, a settembre, le proteste in Iran non si sono più fermate. Ma su quelle stesse proteste sono piovuti lacrimogeni e proiettili e una serie infinita di cartucce di fucili. Eccole: molte di queste cartucce portano il logo di Cheddite, un’azienda franco-italiana.

A Mahabad, a Rasht, a Karaj, a Teheran, a Sanandaj, a Kemyaran, a Yazd, a Shiraz: cartucce Made in Italy che danno fuoco alle proteste in tutte queste città iraniane.

Cheddite ha la sua sede italiana a Livorno ed è “leader” in fatto di produzione cartucce vuote, che altre aziende poi riempiono di esplosivo o pallini.

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A parlarne è il France24 Observers, che ha raccolto prove proprio di come le cartucce per fucili prodotti dall’azienda italo-francese Cheddite siano state utilizzate nella repressione delle proteste in Iran. Il team francese ha ricevuto dall’Iran le foto di 13 cartucce recanti il marchio Cheddite o il logo 12*12*12*12*, utilizzato solo dall’azienda franco-italiana: 13 cartucce a marchio recuperate in otto città iraniane tra settembre e novembre 2022.

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Un ritrovamento che lascia sgomenti, soprattutto alla luce del regolamento 359/2011 del Consiglio dell’Unione Europea, emendato nel 2012, che vieta l’esportazione diretta o indiretta in Iran di attrezzatura militare che possa essere utilizzata per fini repressivi. E quelle cartucce fanno parte della lista.

In Irano, allora, come ci sono arrivate le cartucce, che hanno  involucri di plastica e basi metalliche che contengono un innesco che produce scintille? Secondo gli esperti, potrebbero essere arrivate qui tramite vie terze, passando per la Turchia.

Secondo l’Onu, l’Italia dal 2011 ha esportato 85,8 milioni di euro di cartucce alla Turchia, che a sua volta nello stesso periodo ha esportato 7,06 milioni di euro di cartucce all’Iran.

Cheddite è legalmente responsabile, indipendentemente dal fatto che l’Iran abbia acquistato i prodotti direttamente o da terzi. Cheddite deve controllare i suoi acquirenti e assicurarsi che non rivendano i prodotti a organizzazioni terroristiche o a paesi vietati dalle norme dell’UE, poiché i suoi prodotti non sono a duplice uso, ma sono progettati per ferire o uccidere, dice Mehrdad Emadi, consigliere economico dell’Unione Europea.

France 24 ha fatto diverse richieste a Cheddite France e Cheddite Italia per informazioni sulle esportazioni dei suoi prodotti in Turchia e Iran, ma la società non ha risposto.

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Fonte: France24 Observers

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