Introdurre la “Scienza del mare” come materia scolastica, la proposta Unesco per la Giornata Mondiale dell’Istruzione

Oggi si celebra nel mondo il diritto all'istruzione, e in questa giornata l'UNESCO propone l'insegnamento della tutela degli oceani

Oggi si celebra nel mondo il diritto all’istruzione, e in questa giornata l’UNESCO propone l’insegnamento della tutela degli oceani per gli adulti di domani

Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Istruzione, istituita nel 2018 durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per ricordare il diritto di tutti a ricevere una adeguata istruzione che possa garantire una buona qualità della vita ed offrire opportunità professionali e di crescita a tutti: ancora oggi ci sono circa 260 milioni di bambini nel mondo che non frequentano la scuola e 617 milioni di ragazzi che non sanno leggere né fare operazioni matematiche basilari (secondo fonte UNESCO).

Oltre a garantire l’accesso all’istruzione per tutti i bambini del mondo (con particolare attenzione alle bambine, maggiormente vittime di analfabetismo poiché in molti Paesi viene impedito loro di studiare in quanto donne), l’UNESCO si impegna sempre più a promuovere sui banchi di scuola lo sviluppo di un’educazione sostenibile, attenta alla difesa della natura e dell’ambiente, per tutelare il futuro dei ragazzi e il benessere dell’intera comunità mondiale.

I catastrofici eventi climatici degli ultimi tempi e i danni provocati dalla pandemia da Coronavirus hanno evidenziato l’importanza della consapevolezza dell’ambiente che ci circonda, troppo fragile e da tutelare ad ogni costo: i programmi scolastici sembrano allora essere obsoleti ed inadeguati a formare gli adulti di domani, che dovranno rispondere a sfide sempre più ardue per salvare il Pianeta. Ecco che, in occasione della quarta giornata dell’istruzione, l’UNESCO ha proposto l’introduzione della Ocean Literacy come materia di insegnamento scolastica.

La Giornata Mondiale dell’Istruzione è un appuntamento importante per parlare del futuro della scuola e non solo: la pandemia ha mostrato l’esigenza di aggiornare i programmi scolastici affinché sviluppino, accanto alle conoscenze nozionistiche, anche e soprattutto le ‘life skills’ degli studenti. Per questo ribadiamo l’importanza di introdurre, a fianco delle materie tradizionali, l’Ocean Literacy all’interno dei programmi scolastici in tutto il mondo – sottolinea Francesca Santoro, Specialista di Programma della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO.

(Leggi anche: Educazione ambientale in tutte le scuole italiane)

L’obiettivo di questa nuova “materia scolastica” è quello di aiutare i giovani a sviluppare una coscienza critica e a diventare protagonisti del cambiamento in difesa del Pianeta, soprattutto del mare: gli oceani del mondo producono ossigeno per la nostra sopravvivenza, assorbono anidride carbonica (ammortizzando gli effetti del riscaldamento globale), sostengono la nostra alimentazione e le nostre economie, rappresentano l’habitat per centinaia di specie di animali e piante. Conoscere e difendere il mare vuol dire preservare il nostro futuro.

L’Ocean Literacy e il curriculum blu – sottolinea ancora Francesca Santoro – possono aiutare scuole, insegnanti e studenti a comprendere l’importanza della biodiversità marina e delle interazioni oceano-uomo, così da prendere decisioni più consapevoli e responsabili sull’utilizzo delle risorse marine. A oggi le iniziative di educazione all’oceano non sono ancora state messe a sistema. L’inclusione dell’Ocean Literacy nei programmi scolastici è un processo che bisogna implementare in collaborazione con i governi, gli sviluppatori di programmi di studio, le parti interessate dell’istruzione e la società civile.

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Fonte: UNESCO / IOC

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