Sono una pedagogista e ti spiego perché i bambini non vogliono mai mangiare i biscotti rotti

Avete mai provato a dare un biscotto rotto ad un bambino? Probabilmente avrete ricevuto un secco rifiuto da parte sua. Ma a cosa è dovuto questo atteggiamento? Cosa rappresenta quel biscotto per il bambino? Svela i restroscena di quello che avviene in molte case ogni mattina la pedagogista Laura Mazzarelli

Quando un bambino mangia i biscotti e infila la sua manina in una confezione, difficilmente tirerà fuori un biscotto rotto. Se dovesse capitare, è probabile che velocemente lo rimetterà dentro per riprenderne uno bello intero.

Inutile cercare di convincerlo con frasi tipo “c’è solo questo!” oppure “tanto poi lo devi mordere e rompere in bocca!”. Davvero improbabile che il bambino in questione ci dia retta, continuerà invece al contrario a chiedere un biscotto intero, magari anche iniziando a fare i capricci.

Ma cosa c’è dietro al rifiuto dei bambini di mangiare biscotti rotti? A spiegarlo è la pedagogista e insegnante Laura Mazzarelli in un post su Facebook, in cui ci fa vedere la questione da un altro punto di vista, mostrandoci in qualche modo quello che passa nella testa dei più piccoli alle prese con i biscotti.

I motivi per cui i bambini rifiutano i biscotti rotti sono due: il primo, spiega la dottoressa Mazzarelli, risiede nel fatto che:

quel biscotto spesso rappresenta la goccia che fa traboccare il vaso di una tensione precedentemente accumulata. I bambini a volte usano pretesti per noi assurdi e incomprensibili per spostare le motivazioni profonde e autentiche dei disagi che non riescono a esprimere su questioni di minor rilievo. Lasciamo che il bambino si sfoghi e allontani lo stress e che ne possa uscire alleggerito, senza razionalizzare ma semplicemente accogliendo.

Il secondo è decisamente più comprensibile:

I bambini vogliono i biscotti interi perché sono belli, integri, giusti, perfetti e rispondono alla loro idea di biscotto. Nel loro immaginario il biscotto è intero, se è rotto non va bene, non lo voglio, non mi piace, non è ciò che ho chiesto. Non ha nessun senso a questo punto la spiegazione razionale.

Se poi volete tentare nell’impresa di fargli mangiare un biscotto rotto potete, spiega l’esperta, utilizzare il “pensiero magico” tanto amato dai bambini, ad esempio:

Spiegare con calma: “È rimasto solo questo, te lo lascio qua…magari arriva il topolino e se lo mangia… tu controlla eh!”. Questo significa viziare o prendere in giro i bambini? No! Significa capire come funziona un bambino e rispondergli a partire dal suo pensiero magico. In questo modo eviterete di innescare un braccio di ferro basato sul capriccio e sarà il bambino a spostarsi dal pianto al gioco facendo il topolino: avrete tramutato la situazione positivamente per entrambi.

Che poi, in fondo, anche molti di noi più grandicelli preferiamo mangiare i biscotti interi!

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Fonte: Dottoressa Laura Mazzarelli Facebook

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