Neonato abbandonato in strada nel Sassarese, una triste vicenda che riaccende i riflettori sull’importanza delle Culle per la Vita

Questa mattina, in provincia di Sassari, un neonato è stato abbandonato in strada, rischiando di morire. Il triste episodio ci ricorda l'importanza di creare nelle nostre città un'ampia rete di Culle per la Vita. In questo modo le madri che, per un motivo o per un altro, non possono prendersi cura dei propri figli, possono lasciarli in mani sicure, pur restando nell'anonimato

Oggi un neonato è stato abbandonato dalla propria madre nelle strade di Osilo. Il piccolo paese in provincia di Sassari si è svegliato così questa mattina, con la notizia di un bimbo appena venuto al mondo e lasciato da solo con il cordone ombelicale ancora attaccato.

Stando a quanto riferito da fonti locali, a lanciare l’allarme sarebbe stata la nonna della giovane. La signora si sarebbe accorta di qualcosa di strano e avrebbe allertato le forze dell’ordine. Il piccolo, che presentava segni di ipotermia all’arrivo dei sanitari, è stato recuperato e portato immediatamente presso l’ospedale di Sassari. Qui rimarrà per tutti gli accertamenti del caso. Per la neomamma, una ragazza di 29 anni, sono scattate le manette con l’accusa di tentato omicidio.

Servono più culle per la vita

La vicenda, di una tristezza inaudita, ci lascia sgomenti, ma riaccende i riflettori su una questione spinosa, ma imprescindibile: le Culle per la Vita e l’urgenza di predisporne altre su tutto il territorio nazionale.

Le Culle per la Vita sono strutture che vengono incontro a tutte le madri che si vedono e si sentono costrette a separarsi dai loro figli. Una scelta difficile, dolorosa e non giudicabile, ma che viene fatta con la consapevolezza di affidare i propri bimbi in mani sicure.

Così è stato per il dolce Enea, bimbo accudito da medici e infermieri di una clinica di Milano in cui è presente una Culla per la Vita. La sua mamma non poteva occuparsi di lui come avrebbe voluto e ha preso questa decisione, malgrado il personale della clinica sperava che la donna ritornasse sui suoi passi.

La storia di Enea ha scosso l’opinione pubblica. È seguita poi una contestazione generale, un tribunale pronto a condannare la sua mamma con offese e commenti inaccettabili che definivano il suo un gesto folle, senza cuore, da squilibrata. La sua era una richiesta di soccorso, di assistenza, che ha trovato accoglienza in una Culla per la Vita.

Se vi fossero più Culle per la Vita, non si assisterebbe forse a episodi come quello di Osilo. Non tutte le regioni italiane ne sono purtroppo dotate. La Sardegna, infatti, non ne ha.

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