All’Università “Orientale” di Napoli una lezione completamente al buio, per la prima volta in Italia

All’Università “Orientale” di Napoli una lezione completamente al buio, per la prima volta in Italia

Disattivati smartphone e display, oscurate finestre e ogni spiraglio alle porte. Sono entrati così, stamattina, i 40 studenti dell’Università Orientale di Napoli nella loro aula di Economia e Gestione delle Imprese internazionali. Al buio, completamente, per mettersi nei panni dei loro colleghi ciechi o ipovedenti.

Hanno seguito una lezione, hanno scambiato opinioni, ascoltato le loro emozioni. Non c’era una fonte di luce che potesse guidarli, ma soltanto le loro menti attraverso nuove percezioni e prospettive.

Erano entusiasti, partecipi, attenti – ne è contentissimo Mario Mirabile, Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Napoli, che spera in una regolare ripresa di questa iniziativa, dopo lo stop imposto dalla pandemia.

Dopo la lezione della professoressa Sciarelli, la docente di Economia e Gestione delle Imprese internazionali – racconta Mirabile – insieme con Salvatore Petrucci dell’Unione nazionale italiana volontari pro ciechi abbiamo cercato di sensibilizzare sul volontariato e sul servizio civile.

E non solo: a che punto siamo con l’inserimento dell’alunno disabile all’interno del contesto scolastico? La scuola e le Università si sono rivalutate secondo i canoni dell’accoglienza e dell’adeguatezza in base agli specifici bisogni educativi? Ed è stato un attimo, perché quei ragazzi toccassero con mano e col cuore spalancato una giornata tipo di chi non ha la vista, le difficoltà che si incontrano anche in aula, la costanza esigenza di strumenti diversi. Hanno preso posto in silenzio e nel buio, aiutati dai non vedenti, e hanno ascoltato, conosciuto bisogni che forse non avevano mai considerato.

Chi era solito chiacchierare di continuo durante le lezioni – ci racconta Mirabile  – si è ammutolito. 

ciechi università

@UICI Napoli

Come a dire che forse quello di cui abbiamo bisogno a questo mondo è un filo un più di empatia, di entrare a contatto con l’altro che si ha di fronte, di coglierne ogni singola necessità. E di non giudicare mai.

È la prima volta che in Italia si svolge un’iniziativa simile che, volenti o nolenti, mostra quanta strada può e deve essere ancora fatta in direzione di una inclusività piena e concreta di tutti gli alunni.

Una lezione da ripetere infinite volte, ovunque.

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Fonte: UNIOR / UICI Napoli

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