Animali esotici fuori controllo in Italia: le nostre fiere sono come i wet market asiatici

La nuova inchiesta della LAV svela cosa si nasconde nelle fiere degli animali esotici in Italia, non molto diversi dai wet market cinesi

Se pensate che i cosiddetti “wet market” siano una realtà presente solo in Cina e in altri Paesi asiatici, siete in errore. Anche in Italia continuano ad essere organizzate fiere in cui gli animali esotici, tra cui serpenti, pappagalli e vari rettili, vengono esposti come merce per essere venduti a collezionisti, ma anche famiglie. Si tratta di un fenomeno che va avanti da tempo, spesso nel silenzio generale.

A rivelare i dettagli di questo commercio di specie esotiche è il team della LAV (Lega Anti Vivisezione), che nelle scorse settimane ha documentato le tre principali fiere di animali esotici del nostro Paese, non molto diverse dai mercati umidi asiatici. Ciò che è emerso è davvero inquietante, oltre che pericoloso dal punto di vista sanitario. 

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L’inchiesta sulle fiere di animali esotici 

Le attività investigative degli attivisti della LAV hanno interessato gli eventi I Love Reptiles a Fiano Romano (RM), Reptiles Day a Longarone (BL), ed Esotika Pet ad Arezzo. In questi eventi gli animali esotici scambiati vengono considerati alla stregua di oggetti da collezione: le immagini raccolte documentano animali stressati e sofferenti, e in alcuni casi persino esemplari visibilmente malati o prossimi alla morte.

Le esigenze delle specie commerciate e il loro rapporto con la natura qui sono totalmente stravolti: animali che in natura mai potrebbero avere alcun rapporto tra di loro, sono invece a stretto contatto, ammassati e costretti all’interno di teche o vaschette di plastica. – spiega la LAV – Diversi di questi viaggiano per centinaia di chilometri, provenienti da paesi come Germania, Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria.

Non solo sofferenza per gli animali, ma anche rischi sanitari 

Alla questione delle sofferenze inflitte agli animali, si aggiunge anche quella dei potenziali rischi per la salute umana: rischi diretti, legati alla natura delle specie esposte, spesso pericolose in quanto velenose. Eppure queste sono commercializzabili e raramente diventano oggetto di controlli. I filmati divulgati dalla LAV mostrano ripetuti contatti diretti del pubblico con gli animali: diverse persone – bambini compresi – manipolano e addirittura baciano gli animali.

Dalle evidenze raccolte dalla squadra investigativa LAV, le fiere di esotici in Italia appaiono come un’enorme “zona grigia” che muove milioni di animali, e di euro all’anno con dubbi profili in materia fiscale e non accompagnati dalle corrette informazioni sugli animali venduti.

Scambio di animali esotici: un sistema fuori controllo nel nostro Paese

La nuova inchiesta ritrae un sistema opaco e fuori controllo, in cui la riproduzione degli animali avviene in modo indiscriminato e gestita da operatori inquadrati come “commercianti”, talvolta persino da privati, e in cui le “garanzie” offerte dai venditori si basano sulla parola o sul nome che si sono fatti, soprattutto online.

E in alcuni video si sente persino uno dei maggiori allevatori di rettili del nostro Paese mentre ammette che gestisce un allevamento “riconosciuto ma non normato”, invitando un aspirante allevatore ad usare un escamotage per allevare e vendere animali esotici (con tasse da pagare).

wet market italiani

@LAV

Con questa investigazione abbiamo voluto portare alla luce un fenomeno gravissimo e per lo più ignorato, che investe il nostro Paese e comporta la sofferenza e la morte di centinaia di migliaia di animali, oltre a rischi inaccettabili per i cittadini, specie alla luce della pandemia da Covid-19, e della lezione che ci consegnato rispetto al nostro rapporto con la natura e gli animali” sottolinea Andrea Casini, Responsabile LAV area Animali Esotici.

A Casini fa eco anche Clifford Warwick, ricercatore dell’Emergent Disease Foundation ed esperto di fama internazionale, che aggiunge: 

I mercati di fauna selvatica ed esotica comportano rischi disparati. Mettono insieme animali provenienti da luoghi e con stati di salute estremamente dubbi, ponendoli in condizioni altamente stressanti… tutto questo costituisce un perfetto terreno di coltura per malattie e pandemie. Sul piano pratico e su quello politico, l’unica soluzione per evitare la diffusione di epidemie e pandemie legate al commercio di animali esotici e selvatici, è il divieto. Questi mercati vanno semplicemente vietati.

Le specie esotiche più trafficate

Ma quali sono le specie più sfruttate nel nostro Paese? In testa alla triste classifica troviamo:

  • Pappagalli Ara Ararauna (il 34% degli esemplari in cattività muore)
  • Petauro dello zucchero (si adatta facilmente alla cattività, per questo ne muoiono migliaia all’anno)
  • Geco leopardino (molto incline a sviluppare patologie)

La campagna #ACASALORO

Come agire affinché venga abolita la possibilità di scambio e vendita di animali esotici? In realtà in Italia esiste già una legge (la Legge-delega n. 53 approvata dal Parlamento lo scorso aprile) che impegna il Governo a dare attuazione al divieto di commercio, detenzione e riproduzione di animali esotici e selvatici, entro maggio 2022.

Per rendere tale divieto effettivo al più presto la LAV ha lanciato un appello rivolto al ministro della Salute Roberto Speranza, al ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani e al Sottosegretario agli Affari Europei, Vincenzo Amendola. 

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Fonte: LAV

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