Muos: accese le antenne. Ma a Niscemi si teme la farsa

Muos, prove tecniche in atto. Ieri mattina sono state accese le antenne del sistema radar targato Usa. I tecnici presenti sul posto si sono occupati di misurare le emissioni ma non sono mancate le proteste. Alcuni cittadini, temendo ripercussioni sulla salute, si sono allontanati da Niscemi

Muos, prove tecniche in atto. Ieri mattina sono state accese le antenne del sistema radar targato Usa. I tecnici presenti sul posto si sono occupati di misurare le emissioni ma non sono mancate le proteste. Alcuni cittadini, temendo ripercussioni sulla salute, si sono allontanati da Niscemi.

A richiedere i controlli sono stati i giudici amministrativi che dovranno dire la loro sul ricorso del ministero della Difesa contro la decisione del Tar. Quest’ultimo infatti aveva considerato legittima la decisione della Regione Sicilia di revocare delle autorizzazioni al Muos.

A monitorare le emissioni fino a venerdì saranno i tecnici dell’Arpa, accompagnati da quelli americani, dai consulenti dei comitati, del tribunale e del Comune di Niscemi. Ma fin da subito qualcosa non torna.

A fare il punto è stato il Coordinamento regionale e dei Comitati No Muos, secondo cui si tratta addirittura di una farsa:

“In questi giorni si stanno svolgendo le verificazioni sull’impianto Muos. La grande preoccupazione, palpabile in tutto il territorio, è sfociata in decine di casi di cittadini che si sono allontanati da Niscemi temendo per la propria salute e quella dei propri cari. Dopo il primo giorno di verificazione però questa preoccupazione è diminuita: sarà perché il Muos è meno dannoso?è la provocazione del Coordinamento che ha spiegato cosa sta accadendo in realtà a Niscemi.

Delle 46 antenne, secondo i No Muos, mercoledì ne sarebbero state accese solo 18. Le altre “pare siano di riserva, alcune sono state dichiarate in disuso. Stranamente, ma siamo certi sarà un caso, si tratta delle antenne più vicine la perimetro della base”.

Per i no Muos, le 18 antenne funzionanti non potranno essere utilizzate in contemporanea e alla massima potenza per via di un limite tecnico. Ciò significa che verranno testate una ad una.

“Questo diminuisce certamente i rischi di sforamento dei limiti di legge ma rischia di falsare le operazioni di misurazione. Le parabole Muos sono state testate alla potenza di 200w di emissione, contro i 1600w previsti dal progetto. Perché? Il progetto depositato alla Regione parlava esplicitamente del valore di emissione pari a 1600w” spiegano.

Nonostante i divieti, un corteo spontaneo di cittadini ieri ha raggiunto la collina di fronte al MUOS mentre erano in corso le verifiche.

niscemi

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Anche le mamme No Muos sono in allarme. Alla vigilia dell’accensione delle antenne avevano scritto una lettera al Prefetto, chiedendo di chiarire i dubbi che serpeggiavano attorno alla verifica e chiedendo anche un incontro:

“Il timore per questa verifica è diffuso e oggetto di un allarme preoccupante tra la popolazione. In particolare come mamme, da sempre sensibili e attente al tema della sicurezza e della salute dei nostri figli, ci rivolgiamo a Lei Prefetto, rappresentante dello Stato nel territorio, affinché riesca a fugare ogni nube su quanto accadrà a Niscemi nei prossimi giorni. Purtroppo la base di Niscemi non è mai stata oggetto di attenzioni da parte delle autorità preposte e questo ci amareggia non poco considerate le percentuali di tumori legati o riconducibili alle emissioni di onde elettromagnetiche. Adesso si vorrebbero accendere contemporaneamente il Muos, dunque le 3 parabole, e le 46 antenne NRTF. Il tutto alla massima potenza. Ci chiediamo adesso cosa possa essere cambiato, rispetto a un mese fa, quando il suo ufficio aveva bloccato lo svolgimento delle precedenti verificazioni perché rimanevano ignoti gli effetti dell’accensione dell’impianto sulla popolazione, a ben vedere attuando il principio di precauzione a cui ora nuovamente e fortemente ci appelliamo” sono state le loro parole.

Le mamme hanno paura che gli eventuali superamenti dei limiti potrebbero mettere a rischio la salute della popolazione. Senza contare che la base si trova in un sito con flora e fauna protetta.

Intanto le verifiche vanno avanti. I dati ufficiali dovranno essere depositati al Tar entro il 24 marzo.

Francesca Mancuso

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