Il 2011, anno nefasto per l’ambiente

Alluvioni, terremoti, disastri ambientali, cambiamenti climatici. Ecco cosa ha subito il nostro pianeta nel corso del 2011

Il 2011 volge al termine. Quello appena trascorso non è stato di certo un anno facile per il nostro pianeta, funestato da catastrofi naturali e . La Terra ha sofferto particolarmente, la sua temperatura è salita a livelli record, così come i gas serra, che hanno subito una brusca impennata. Un pianeta malato il nostro, che rischia davvero grosso.

Riscaldamento globale. Secondo il Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), nel corso del 2011 la temperatura sulla Terra è salita. E lo ha fatto anche se quest’anno era in corso un fenomeno naturale, quello della Niña, che avrebbe dovuto portare ad un raffreddamento delle temperature degli oceani e in generale del pianeta. In particolare negli gli ultimi 300 mesi ossia 25 anni, le temperature sono sempre state al di sopra della media e gli ultimi 15 anni sono stati i più caldi. E se qualcosa poteva ancora venir fatto in occasione della Conferenza sui cambiamenti climatici di Durban, tale possibilità non è stata sfruttata appieno dai rappresentanti dei vari Stati. E allora non sgraniamo gli occhi di fronte a notizie come quelle che vedono Manahattan sommersa tra 10 anni e Venezia con l’acqua alta, più alta del solito.

Scioglimento dei ghiacciai. Una conseguenza del global warming e dei cambiamenti climatici in atto è lo scioglimento dei ghiacciai. Secondo un rapporto dell’Università di Brema, lo scorso settembre il ghiaccio dell’Artico hanno raggiunto il loro minimo storico. Per non parlare della situazione della Groenlandia, venuta alla luce di recente. L’isola infatti a causa del gran caldo registrato nel 2010 si sta piano piano sollevando e tale innalzamento ha raggiunto già i 20 mm.

In ogni caso, la paura rimane. Siamo sull’orlo del baratro. Comunque sia, la situazione resta gravissima. Christophe Kinnard, del Centre for Advanced Studies in Arid Zones di La Serena, in Cile, in un rapporto pubblicato su Nature ha spiegato che la durata e l’ampiezza dell’attuale declino del ghiaccio marino “sembrano essere i più gravi degli ultimi 1450 anni. Ogni cosa sta salendo, dalla temperatura della superficie a quella dell’atmosfera ma è evidente anche il riscaldamento degli oceani”.

Alluvioni. Questo problema ci ha toccati da vicino, da Nord a Sud, da Genova a Messina, dove le piogge torrenziali di novembre hanno trascinato nel fango case e vite umane. Non è andata meglio al resto del mondo. Lo scorso anno, è andata peggio all’Europa orientale, Russia, Pakistan e Medio Oriente, ma nel 2011 le alluvioni più violente hanno colpito la Thailandia e gli Stati Uniti lungo i fiumi Mississippi e Missouri, con un record di incendi, ma anche 1600 tornado. In America si sono contati 14 gravi disastri con danni pari a 50 miliardi di dollari. E non dimentichiamo il tifone Washi, che qualche giorno fa ha provocato migliaia di morti nelle Filippine.

Terremoti. Una data vale per tutte. 11 marzo. Quel giorno, il sud-est del Giappone fu funestato da un tremendo sisma e da uno tsunami. Quasi 16mila morti insieme alla paura del disastro nucleare, che ancora oggi non è del tutto sotto controllo. E il danno economico è stato di circa 210 miliardi di dollari. La Tepco, società che gestisce l’impianto di Fukushima, rischia la nazionalizzazione visto che da sola non è in grado di ripagare i danni legati al disastro, per questo ha chiesto aiuto alle autorità nipponiche. Dal 1° gennaio al 21 febbraio sono state violentemente colpite da un sisma Argentina, Cile, Iran, Pakistan, Tagikistan, Tonga, la Birmania, le Isole Salomone, Tonga, Sulawesi, Fiji e Nuova Zelanda. Qui in Italia, non abbiamo vissuto grandi disastri, ma ogni giorno la terra trema.

Disastri nucleari. Il più grave è quello di Fukushima, in cui il livello di radioattività è il più grave della storia. Ci vorranno dai 30 ai 40 anni per smantellare i reattori danneggiati dal sisma. E nonostante il governo abbia annunciato il loro spegnimento a freddo, la paura rimane. Acque ed alimenti sono già a rischio contaminazione. Ma i danni ci saranno anche a lungo termine, ed è quello che temiamo più di tutto.

Siamo 7 miliardi. Più siamo meglio è? Non è proprio così. Lo ha rivelato un rapporto dal titolo “Il mondo a 7 miliardi: le persone e le opportunità” perché mentre da una parte la popolazione aumenta, dall’altra scarseggiano le risorse.

Deforestazione. A poco è valsa Durban e tanto meno il fatto che ricorresse l’anno internazionale delle Foreste. Nel 2011 alcuni dati forniti via satellite hanno mostrato che la deforestazione in Amazzonia è scesa al livello peggiore degli ultimi 23 anni aggravata da una nuova legge approvata dal governo del Brasile che permette agli allevatori di abbattere gli alberi che seguono il corso dei fiumi.

Tutela delle specie animali. Tirano un sospiro di sollievo gli animali, anche se se la passano meglio le tigri e altre specie protette di grandi animali. La Cambogia, l’India, l’Indonesia, il Laos, la Birmania e il Nepal hanno allargato a 2 milioni di ettari l’area protetta dove vivono la maggior parte delle tigri. In India, dove risiede la metà delle tigri di tutto il mondo, sembra che il numero di tali animali sia addirittura salito, passando da 1.411 del 2007 ai 1.706 di oggi. Ma il WWF frena l’entusiasmo spiegando che solo 18-22 tigri siberiane sono rimaste allo stato selvatico nel nord-est della Cina.

Di certo, elencare i danni che nel 2011 abbiamo inferto alla Terra che ci ospita non è il modo migliore per iniziare un nuovo anno, ma serve da monito. Dietro ogni disastro ambientale c’è sempre lo zampino dell’uomo.

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook