Glifosato nel prosecco: il Conegliano Valdobbiadene vieta l’uso dell’erbicida

Una decisione che fa del Conegliano Valdobbiadene la più estesa zona omogenea in Europa ad aver vietato l’uso della sostanza chimica cancerogena.

Niente più glifosato nel prosecco: il consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Docg ha infatti appena presentato il Protocollo viticolo 2019, il documento che propone  un sistema virtuoso di difesa integrata della vite e che quest’anno sancisce il no assoluto all’utilizzo del diserbante – più volte sotto accusa perché potenzialmente cancerogeno – nel territorio di produzione.

Già dal 1° gennaio è vietato l’uso del glifosato tra i 15 Comuni del Conegliano Valdobbiadene, grazie a una scelta delle amministrazioni supportate dal Consorzio che, in questo modo, rappresenta la più estesa zona omogenea in Europa che pone il divieto di utilizzo dell’erbicida, tra l’altro ancora ammesso dalle normative italiane ed europee

Il Protocollo, nato nel 2011 e redatto allo scopo di razionalizzare non solo l’utilizzo di fitofarmaci ma anche di proporre tutte le buone pratiche agronomiche che possano aiutare la sostenibilità, è frutto di un lavoro di cooperazione tra le amministrazioni locali dei comuni sui cui territori insiste la denominazione e il Consorzio di tutela: un totale di 3.300 famiglie produttrici ora avranno la possibilità di dire addio al tristemente famoso erbicida e fare un ulteriore passo verso una concreta sostenibilità ambientale.

Solo pochi mesi fa una ricerca condotta dal gruppo US PIRG aveva trovato tracce di glifosato in 20 birre e vini che ogni giorno portiamo a tavola, mentre nel 2018 la rivista Il Salvagente presentò i risultati dei test di laboratorio su 12 bottiglie di prosecco, trovandovi diversi pesticidi (anche 7 in un solo calice).

Infine, oltre al Protocollo, il Consorzio ha tra i suoi progetti anche la certificazione “Sistema di qualità nazionale di produzione integrata” (Sqnpi), un’esperienza pilota sull’utilizzo dei mezzi produttivi e di difesa delle coltivazioni dalle avversità per ridurre al minimo l’uso in vigneto delle sostanze chimiche di sintesi.

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Germana Carillo

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