Glifosato: vittoria! Finalmente tutti potranno avere accesso agli studi sulla tossicità

Il Tribunale dell’Unione europea ha emesso oggi due sentenze molto importanti che riguardano il glifosato. L’Ue ha imposto all’Efsa di aprire al pubblico gli studi sulla tossicità.

Il Tribunale dell’Unione europea ha emesso oggi due sentenze molto importanti che riguardano il glifosato. L’Ue ha imposto all’Efsa di aprire al pubblico gli studi sulla tossicità.

Dopo una sorta di tira e molla delle parti, volto ad impedire o invece a dare la possibilità a tutti coloro che lo richiedano di visionare i risultati degli studi sulla tossicità che riguardano il glifosato, oggi l’Ue ha messo la parola fine a questa situazione.

Già a gennaio una commissione del Parlamento Europeo nata ad hoc, aveva chiesto di rendere pubblici gli studi utilizzati nella procedura di autorizzazione di ogni pesticida e maggiore chiarezza sulle autorizzazioni che riguardano il glifosato.

Oggi si è fatto un deciso passo avanti in quanto a trasparenza. Le decisioni dell’Autorità europea per l’alimentazione (EFSA), che ad oggi negavano l’accesso agli studi sulla tossicità del glifosato, sono di fatto state annullate da due sentenze. Nella motivazione si spiega bene che il pubblico ha diritto di sapere cosa viene rilasciato nell’ambiente e quali sono i rischi per la salute e per l’ambiente:

“il pubblico deve avere accesso non solo alle informazioni sulle emissioni in quanto tali, ma anche a quelle riguardanti le conseguenze a termine più o meno lungo di dette emissioni sullo stato dell’ambiente, come gli effetti di tali emissioni sugli organismi non bersaglio. Infatti, l’interesse del pubblico ad accedere alle informazioni sulle emissioni nell’ambiente è appunto non solo quello di sapere che cosa è, o prevedibilmente sarà, rilasciato nell’ambiente, ma anche di comprendere il modo in cui l’ambiente rischia di essere danneggiato dalle emissioni in questione”.

Si è arrivati a questo risultato in seguito a due richieste: la prima del signor Anthony C. Tweedale (causa T-716/14) e la seconda da parte di un gruppo di eurodeputati, Heidi Hautala, Michèle Rivasi, Benedek Jávor e Bart), (procedimento T-329/17).

In entrambi i casi si chiedeva formalmente all’Efsa di poter visionare diversi documenti relativi alla tossicità del glifosato. Si parla nello specifico di due studi pubblicati, utili a determinare la dose giornaliera massima da utilizzare di questo pesticida, ma anche di risultati, analisi e altri studi che riguardavano la cancerogenicità del glifosato. Tutto questo si chiedeva facendo appello al regolamento relativo all’accesso al pubblico di documenti e informazioni in materia ambientale secondo le disposizione della Convenzione di Aarhus.

L’Efsa aveva negato la richiesta con la motivazione, tra l’altro, che divulgare queste informazioni potesse ledere gli interessi delle imprese che avevano effettuato gli studi, che non vi era interesse pubblico alla divulgazione e che quanto si richiedeva di visionare non riguardava informazioni sulle “emissioni nell’ambiente” ai sensi del regolamento di Aarhus.

Il tribunale Ue però non si è mostrato d’accordo e ha ora ribaltato la situazione contestando uno ad uno tutti i punti su cui si era basata la difesa dell’Efsa.

Ci auguriamo che rendere pubblici questi studi possa essere l‘inizio della fine del glifosato, almeno in Europa.

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Francesca Biagioli

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