Vivi con un cane o un gatto? Gli scienziati hanno appena scoperto questo incredibile beneficio sul tuo cervello

Convivere con un cane o un gatto è il miglior antidoto alla solitudine per le persone anziane e aiuta a scongiurare il rischio di demenza e altre patologie neurodegenerative

Vivere con un animale domestico apporta innumerevoli vantaggi al nostro benessere e migliora enormemente la qualità della vita – e chi ospita un pet a casa propria lo sa bene.

Ma ora un nuovo studio cinese dimostra che la quotidianità vissuta con un animale domestico potrebbe essere la chiave per rallentare il declino cognitivo che si manifesta con l’avanzare dell’età, aiutando a prevenire l’insorgenza di patologie come Alzheimer o demenza.

Ma come può la convivenza con un cane o un gatto rallentare i processi di declino cognitivo nelle persone che hanno superato i 50 anni?

Semplice: un animale domestico fornisce compagnia costante al suo proprietario, un motivo per alzarsi dal letto ogni mattina (e magari anche per fare una passeggiata all’aria aperta, se si tratta di un cane), un supporto fisico e concreto con il suo bisogno di coccole e di gioco.

Insomma, in altre parole, la presenza di un cane o di un gatto è il miglior antidoto alla solitudine che può manifestarsi nelle giornate delle persone più anziane.

Ed è proprio quando subentra la solitudine che il rischio di insorgenza di demenza, Alzheimer e altre patologie neurodegenerative si fa più concreto e minaccioso.

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Lo studio

Come dimostrato da diversi studi, solitudine e isolamento sociale, uniti a uno stile di vita sedentario, favoriscono lo sviluppo di patologie quali ipertensione, diabete e obesità – ma anche l’accelerazione di processi di declino cognitivo.

Per dimostrare la correlazione fra la presenza di un animale domestico e il rallentamento del declino cognitivo, i ricercatori cinesi hanno attinto all’English Longitudinal Study of Aging (ELSA), un database che raccoglie le informazioni cliniche degli over-50 che vivono nel Regno Unito.

In particolare, hanno raccolto le informazioni sanitarie relative a 7.945 donne e uomini con un’età media di 66 anni: oltre ai dati relativi allo stato di salute e all’eventuale presenza di patologie, a tutti i partecipanti è stato chiesto se fossero presenti animali domestici all’interno della loro casa.

Successivamente, i partecipanti sono stati sottoposti a dei test al fine di verificare la loro memoria e la loro fluidità nel discorso.

Vivere da soli in casa significa non poter parlare con nessuno, e non tenere in allenamento le abilità verbali che rallentano l’invecchiamento del nostro cervello.

La presenza di un cane o un gatto, al contrario, ci spinge a parlare e a tenere allenate le nostre abilità comunicative: un animale domestico interagisce costantemente con la persona sola, permettendole di mantenersi attivo sia dal punto di vista mentale che da quello fisico.

Ecco allora che la vita trascorsa con un animale domestico assume tutto un altro significato – soprattutto dopo una certa età – poiché incoraggia ci motiva a mantenerci attivi e propositivi: il benessere del nostro compagno peloso spesso viene addirittura prima del nostro stesso benessere.

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Fonte: JAMA Network

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