Peste suina africana, i lupi sono alleati contro la diffusione del virus: lo studio

 Il lupo può essere prezioso per limitare i contagi di peste suina africana: la conferma arriva da uno studio polacco 

 Il lupo può essere prezioso per limitare i contagi di peste suina africana, che si stanno moltiplicando in Italia: la conferma arriva da un recente studio polacco 

La peste suina africana sta mettendo in allerta istituzioni e allevatori di diversi Paesi europei. E per tentare di contenere la diffusione del virus in Italia sta prevalendo la strategia estrema che prevede l’abbattimento di cinghiali e suini. In Liguria, a partire da oggi, scatterà lo sterminio di centinaia di maiali sani (persino quelli allevati in fattorie domestiche o salvati da associazioni animaliste), autorizzato dal Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Una misura crudele e assurda contro cui si stanno scagliando diverse organizzazioni che si occupando di tutela di animali.

Ma c’è davvero bisogno di arrivare a tanto? In realtà esiste un animale che potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel contrasto alla malattia: il lupo. A confermarlo è uno studio condotto qualche mese fa dall’Università di Danzica in collaborazione con quella di Varsavia, dal quale emerge che questo animale, che si nutre anche di cinghiali, rappresenti un alleato nella lotta alla diffusione del virus.

I lupi sono stati quasi sterminati dall’Europa centrale, ma hanno recentemente ricolonizzato gran parte dell’areale storico della specie. – spiega il team di studiosi nella ricerca pubblicata – In Polonia, da quando è stata implementata una rigorosa protezione delle specie nel 1998, la popolazione di lupi si è espansa dinamicamente e i lupi hanno ricolonizzato la maggior parte degli habitat, compresi vasti tratti forestali a ovest del fiume Vistola. Il cinghiale è un alimento importante per i lupi: nella Polonia occidentale, dove la densità di cinghiali è la più alta, questa specie costituiva dal 23 al 43% della biomassa consumata dai lupi. È stato scoperto che la diminuzione del numero di cinghiali causata dalla PSA influisce sull’ecologia dell’alimentazione dei lupi: dopo che la popolazione di cinghiali nella regione di Vitebsk (Bielorussia nordorientale) è diminuita, i lupi hanno iniziato a cacciare caprioli e cervi che in precedenza erano stati evitati dai branchi di lupi locali.

Il ruolo prezioso del lupo

Diversi studi precedenti ipotizzavano che i lupi fossero dei vettori indiretti per la trasmissione del virus, ma gli esperti polacchi hanno smontato questa tesi analizzando circa 60 campioni di feci raccolte nelle zone della Polonia interessate dalla presenza di peste suina africana. Tutti i campioni rilevati sono risultati negativi al virus, mentre 8 carcasse di cinghiali di cui si erano cibati erano positive alla peste suina.

Quindi, suggeriamo che il passaggio attraverso il tratto intestinale del lupo porti alla decomposizione delle particelle virali e al taglio del DNA virale – spiega il team di ricercatori – È stato già suggerito che, dopo l’ingestione, è molto improbabile che il virus della peste suina africana rimanga infettivo dopo essere passato attraverso il tratto intestinale di un vertebrato, ma questa possibilità non è mai stata testata sperimentalmente.

In poche parole i lupi potrebbero limitare la diffusione del virus eliminando le carcasse infette senza poi trasformarsi in vettori per la malattia.

I carnivori ‘spazzini’ possono ridurre il rischio di persistenza del virus nell’ambiente, poiché rimuovono efficacemente le carcasse di cinghiale – sottolineano  – È particolarmente importante nella stagione fredda: mentre in estate la maggior parte della biomassa della carcassa viene rapidamente decomposta dagli invertebrati, in inverno, mammiferi e uccelli spazzini svolgono un ruolo importante nel processo di decomposizione della carcassa. I lupi consumano in media 2,8 kg di carne al giorno. Pertanto, possono essere più efficienti nella rimozione delle carcasse rispetto ai mesocarnivori come la volpe rossa e il cane procione, precedentemente segnalati come le specie di mammiferi che più frequentemente si nutrono di carogne di cinghiale in un’area della Germania dove i lupi non sono presenti.

Ancora una volta il lupo si rivela prezioso per mantenere i delicati equilibri degli ecosistemi. E pensare che in Regioni come il Trentino sono visti come una grande minaccia da debellare…

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Fonte: MDPI

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