Peste suina africana: vietata tra Piemonte e Liguria la caccia (ma non quella selettiva al cinghiale)

Stop a caccia, trekking e raccolta dei funghi in vari comuni di Piemonte e Liguria: l'ordinanza per limitare la diffusione della peste suina

Cresce la paura per i casi di peste suina africana che dilagano nel Nord Italia. Per scongiurare il diffondersi di un’epidemia i ministri della della Salute Roberto Speranza e delle Politiche agricole Stefano Patuanelli hanno firmato un’ordinanza che vieta la caccia in 78 comuni di  Piemonte e 36 della Liguria, considerate aree a rischio.

L’unica attività venatoria ammessa è la caccia selettiva al cinghiale, che secondo i ministeri rappresenterebbe uno strumento “per ridurre la presenza di popolazione in eccesso e rafforzare la rete di monitoraggio sulla presenza del virus.”

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Dall’inizio di gennaio, infatti, sono stati registrati diversi decessi  di cinghiale nel comune di Ovada (Alessandria), di Fraconalto (Alessandria) e in quello di Isola del Cantone (Genova). E le analisi condotte dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (IZSPLV) avevano confermato la correlazione tra la morte e la malattia infettiva. E la situazione ha messo in allarme i residenti e gli allevatori delle zone interessate.

Da qui l’urgenza di un intervento drastico e immediato, che è arrivato con il provvedimento firmato ieri sera.

L’ordinanza consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fornendo rassicurazioni in merito al nostro export – spiegano i ministri. – L’obiettivo è quello di porre in atto ogni misura utile ad un immediato contrasto alla diffusione della Psa e alla sua eradicazione a tutela della salute del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi allo scambio extra Ue e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e prodotti derivati.

I diversi casi di peste suina africana (Psa) riscontrati nei giorni scorsi in alcuni cinghiali tra Piemonte e Liguria hanno portato alcuni Paesi, tra cui Svizzera e Kuwait a sospendere le importazioni di carne e salumi dall’Italia. Una situazione che spaventa l’intero settore.

“Un problema di ordine sanitario rischia di provocare un danno irreparabile per il tessuto produttivo ed economico legato alla filiera suinicola, in particolare per la produzione di prosciutti Dop e Igp, da Parma a Norcia” sottolinea la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA).

Stop a caccia, ma anche a trekking, pesca e raccolta dei funghi

Ma quella venatoria non è l’unica attività vietata dai ministeri della Salute e delle Politiche agricole. Nei vari comuni piemontesi e liguri non si potrà neanche pescare, fare trekking, andare in mountain bike e raccogliere funghi o tartufi. In pratica sono vietate tutte quelle attività che presentano il rischio di un’interazione diretta o indiretta dei cinghiali infetti.

Come si legge nell’ordinanza, “le disposizioni si applicano anche alle regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione”.

Lo stop alla caccia è sicuramente una splendida notizia per tantissime specie selvatiche e per chi si batte per la loro difesa. Ma il timore è che adesso i cacciatori ne possano approfittare per far strage di cinghiali.

Peste suina africana: cos’è e rischi

La peste suina africana è una malattia infettiva altamente contagiosa, tipicamente emorragica, provocata da un virus appartenente al genere Asfivirus che colpisce i suini domestici e selvatici, causando un’elevata mortalità.

In Italia il virus PSA è arrivato dall’Europa dell’Est nel 2014. Da quell’anno in poi si è diffuso in diversi Paesi, tra cui Belgio e Germania. Come spiega il Ministero della Salute, fino a qualche tempo fa la malattia era presente unicamente in in Sardegna, dove negli ultimi anni si registra un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica. Ma a partire dai primi di gennaio sono stati segnalati vari focolai tra Piemonte e Liguria.

Fortunatamente il virus in questione non si trasmette all’uomo, ma è molto stabile e resta per diverse settimane anche nelle carcasse, esponendo al rischio altri animali. Purtroppo, al momento non esistono né vaccini né cure per la peste suina.

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Fonte: Ministero della Salute/Confederazione Italiana Agricoltori

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