I ricci stanno andando in letargo: cosa fare (e cosa no) se ne trovi uno, intervista al Centro Recupero Ricci La Ninna

Quando un riccio è in difficoltà nella fase di letargo e va portato in un centro? Ne parliamo con il Centro Recupero Ricci La Ninna

Per i ricci è tempo di riposo. Questi piccoli mammiferi notturni insettivori si preparano infatti ad affrontare il rigido inverno nelle loro tane, nidi ben isolati termicamente e costruiti appositamente per il letargo. In questa fase così delicata, i ricci riducono al minimo le loro attività vitali per sopravvivere all’inverno.

Dopo un nostro articolo sui ricci in letargo, in molti hanno condiviso le loro perplessità su quando i ricci vadano recuperati e quando no in questo periodo. Ne abbiamo parlato con il dottor Massimo Vacchetta, veterinario e fondatore del Centro Recupero Ricci “La Ninna”, punto di riferimento per il Piemonte.

Quando un riccio è in difficoltà nella fase di letargo?

Bisogna fare due considerazioni. Se si trova un riccio di giorno all’aperto è sempre in difficoltà. Se è coricato sul fianco e si chiude a palla ancora peggio, vuol dire che è collassato o in fin di vita e va sempre recuperato. I ricci sono animali notturni, crepuscolari. Se li si vede all’aperto, quindi non nascosti in un cespuglio, sono sempre in difficoltà.

Poi ci sono i cuccioli. La stagione riproduttiva si è dilatata per via del caldo, del riscaldamento globale, quindi abbiamo cucciolate anche a settembre. Se quindi in questo periodo, ottobre – novembre, si vede un cucciolo sotto i 400 g va recuperato perché troppo piccolo per sopravvivere all’inverno.

I piccoli ricci nati a settembre sono molto malati perché non trovando più niente mangiano lumache e lumaconi, una parte minima della loro dieta.

Anche se giace coperto da foglie?

No, se c’è un riccio nascosto sotto una siepe, sotto una catasta di legno con un bel nido di foglie, ma deve essere una bella protezione. Il nido per il letargo è un nido molto compatto, molto spesso che li protegga dal freddo e dalla pioggia. 

Non esiste un riccio in letargo allo scoperto. Il riccio allo scoperto in letargo non lo si vede. I ricci fanno una specie di piccola buca, mezzo metro o un metro, sotto il cespuglio, un arbusto o qualunque riparo e lo riempiono di foglie. Così vanno in letargo.

Quali sono eventuali problemi con il letargo?

Un problema del letargo è dovuto al clima. Durante l’inverno ci sono dei picchi di calore anomali. Quando la temperatura scende, costantemente, giorno e notte sotto i 10° quello è il segnale per i ricci di andare in letargo. Se succede che a gennaio abbiamo 20° i ricci si svegliano e non trovano più cibo perché non ci sono insetti a gennaio quindi bruciano quelle poche energie che hanno e rischiano di morire durante il letargo. 

Quando un riccio va recuperato nel periodo del letargo?

Sotto i 400 grammi, novembre – dicembre periodo di tardo autunno inizio inverno, vanno sempre recuperati e monitorati. Se sono più grossi e vengono a mangiare perché magari si sono abituati così allora lasciamo il cibo, anche per tutto l’inverno. Anche l’acqua non la trovano facilmente L’importante è che loro riescano a mettere su peso per andare in letargo. 

Se troviamo invece un riccio adulto con una forma molto allungata tipo pallone da rugby e non una bella forma rotonda, anche se grosso, è un riccio magro e denutrito e vale la pena portarlo in un centro.

Il riccio è una specie in pericolo e rischia l’estinzione. Attualmente il Centro Recuperi Ricci La Ninna sta svolgendo uno studio in collaborazione con il Dipartimento di Patologia animale dell’Università di Torino. Dai risultati preliminari è emerso che tra le cause di mortalità di questi piccoli animali, oltre agli investimenti stradali, vi sono le malattie parassitarie perché non riescono più a trovare insetti.

Come è tristemente noto, tutto ciò è dovuto alla distruzione dell’ecosistema e allo stravolgimento del nostro clima con terribili implicazioni su tutte le specie del regno animale, tra cui i ricci. In Italia i ricci sono in gravi difficoltà.

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