Perché adesso tutti vogliono i Cavalier King Charles Spaniel, cani brachicefali che sviluppano endocardiosi mitralica

Dopo i Corgi in UK (e non solo in UK), adesso si rischia un boom di Cavalier King Charles Spaniel. Il motivo risiede semplicemente nel loro nome. Ma, come per tante altre mode, le conseguenze possono essere pericolose. Si tratta, infatti, di una razza brachicefala che sviluppa nella maggior parte dei casi una patologia cardiaca nota come endocardiosi mitralica. La razza è ritenuta dall'ente cinofilo inglese The Kennel Club vulnerabile

Con la dipartita della Regina Elisabetta II il mercato dei cuccioli di razza ha avuto un’impennata nel Regno Unito con una domanda senza precedenti di cani Corgi, razza particolarmente amata dalla defunta sovrana.

Adesso, con il Re Carlo III a capo della monarchia inglese, nel Paese le richieste di cani con pedigree potrebbero orientarsi, mettono in guardia i media in UK, verso un brachicefalo: il Cavalier King Charles Spaniel.

Il motivo? Semplice. Quasi banale. Un cane reale con un nome così vicino al sovrano. Definito vulnerabile dallo stesso Kennel Club britannico il Cavalier King Charles Spaniel è una razza che presenta la sindrome BAOS o sindrome Brachicefalica delle prime vie aeree, un insieme di patologie legate a una selezione genetica decisa interamente dall’uomo. Tale sindrome provoca nell’animale gravi difficoltà respiratorie, problemi nella deglutizione, apnee notturne e molto altro.

Ma il Cavalier King Charles Spaniel è incline a varie patologie tra cui l’endocardiosi o insufficienza mitralica, una malattia cardiaca molto diffusa negli esemplari di questa razza.

L’insufficienza mitralica, conosciuta anche come malattia valvolare cardiaca cronica (CVHD) o endocardiosi mitralica, consiste nella degenerazione dei lembi che costituiscono la valvola stessa che quindi diventa incapace (insufficiente, appunto) ad impedire che, durante la contrazione cardiaca, il sangue torni indietro dal ventricolo all’atrio sinistro. Si ha così un parziale rigurgito del sangue che genera il cosiddetto “soffio cardiaco”.  Le razze particolarmente colpite sono quelle di taglia piccola (sotto i 20 kg) e intorno ai 6-8 anni d’età,  soprattutto il Cavalier King Charles Spaniel, spiegano alcune cliniche veterinarie.

L’Università degli Studi di Milano ha infatti lanciato un progetto di studio sulle patologie cardiache in giovani cani di razze particolarmente a rischio. Tra queste in prima linea vi è proprio il Cavalier King Charles Spaniel. La ricerca del polo universitario è iniziata nel 2018 dopo che l’Unità di Cardiologia dell’Ospedale Veterinario Universitario di Lodi aveva registrato parecchi interventi a cani di questa razza.

Per via di questa patologia, le complicazioni ad essa correlate e altri problemi di salute significativi la Norvegia ha deciso di vietare l’allevamento del Cavalier King Charles Spaniel. Ci auguriamo che piuttosto che questa razza possano spopolare altri cani ed essere adottati proprio come i due  Jack Russell Terrier abbandonati accolti dalla Regina Consorte Camilla. (Leggi anche: Due cani randagi adottati faranno il loro ingresso a Buckingham Palace (e non sono dei Corgi))

Fonte: Unimi

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