Respinto il trasferimento degli orsi del Trentino nei Paesi dell’Est Europa, per Fugatti “non ci sono alternative all’abbattimento”

Nessuna ancora di salvezza per gli orsi del Trentino, considerati "in eccesso". Nessun Paese dell'Est ha accettato il loro trasferimento e per il governatore Maurizio Fugatti l'unica soluzione possibile è procedere con l'abbattimento. Così fino a 8 esemplari l'anno rischiano di essere uccisi...

Gli orsi del Trentino sono senza via d’uscita. Spacciati. Per i plantigradi che vivono nei territori più settentrionali del nostro Paese è tutt’altro che roseo. Il trasferimento di questi animali, ormai dipinti come una minaccia, in altri Stati dell’Europa orientale non sembra una via praticabile. Per gli esemplari “in eccesso” rispetto alla quota ritenuta sostenibile l’unica strada resta l’abbattimento.

Abbiamo fatto un tentativo per provare a capire se nei Paesi dell’Est Europa ci fosse la volontà di provare ad accogliere alcuni esemplari di orso del Trentino – ha fatto sapere ieri il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti in occasione della conferenza stampa post Giunta provinciale, chiarendo che l’esito è stato negativo. – È stata individuata la figura di un ambasciatore italiano a cui è stato conferito l’incarico di andare a contattare ogni Paese dell’Est Europa per vedere se c’era la disponibilità di accogliere gli orsi in sovrannumero in Trentino.

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L’iniziativa era stata portata avanti fra l’estate e l’inverno dello scorso anno, con una serie di incontri a Bucarest, a Praga, a Budapest, a Bratislava e a Lubiana, ma la proposta del trasferimento degli orsi considerati “in eccesso” è stata respinta. Quando questo numero viene superato “è ammessa l’eliminazione della quota in eccedenza di questo Paese attraverso un’apertura alla caccia, strettamente regolata e monitorata con i portatori di interesse”, oltre ad altre misure di abbattimento, ha aggiunto il governatore.

Per Fugatti, che di recente ha presentato un controverso disegno di legge che prevede l’uccisione fino a 8 plantigradi l’anno –  questa notizia “ci porta con i piedi per terra nello spiegare a chi spesso si rivolge a noi dicendo che non scegliamo alternative rispetto all’abbattimento che queste alternative sostanzialmente non ci sono.

“Oggi il tema dello spostamento degli animali non rimane più nel dibattito, perché non ci sono Paesi dell’Est Europa disposti ad accoglierli” ha concluso.

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Eennesimo fallimento della gestione della fauna selvatica in Trentino

Per le associazioni che si occupano di tutela degli animali le parole del governatore della a Provincia autonoma di Trento sarebbero l’ennesima conferma di un’incapacità di affrontare la questione dei plantigradi.

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, vorrebbe deportare gli orsi trentini nell’Europa dell’Est. Invece di gestire adeguatamente la fauna del suo territorio, nel rispetto della legislazione italiana ed europea, nonché dell’articolo 9 della Costituzione, apprendiamo da sue dichiarazioni odierne di una “ricognizione” a tale fine, addirittura tramite un “ambasciatore” incaricato dai ministri Tajani e Pichetto Fratin. – commenta l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che annunciato una richiesta di accesso agli atti per prendere visione dei documenti prodotti da tale “esplorazione diplomatica”. – La gestione della biodiversità non è il suo forte, ormai lo abbiamo capito, e dunque prova anche a scaricare le sue responsabilità.

Per l’associazione animalista il rifiuto da parte dei Paesi dell’Est è motivo di sollievo, dato che in alcuni di questi Stati gli orsi possono essere cacciati.

Appare chiaro, da quanto afferma oggi il presidente trentino, che questo è ciò che vorrebbe: declassare la protezione dell’orso per consentirne la caccia” aggiunge l’OIPA, specificando che si opporrà in tutte le sedi affinché ciò non avvenga.

A tal proposito, gli attivisti ricordano di essere in attesa del via libera al trasferimento dell’orsa JJ4, ancora prigioniera al Centro faunistico Casteller. Per salvare l’esemplare, meglio nota come Gaia, l’immenso Liberarty Bear Sanctuary Zărneşti in Romania (che abbiamo avuto modo di visitare di persona), gestito dall’associazione Millions of Friends, ha confermato la sua disponibilità ad accoglierlo.

Per rendere possibile l’operazione hanno lavorato attivamente diverse associazioni, in primis la LAV, ma alla fine il Tar ha bloccato il piano, dando ragione alla Provincia autonoma di Trento.

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Fonti: Provincia autonoma di Trento/OIPA

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