Orsa insegue e attacca due cacciatori in Trentino: difendeva il suo cucciolo (e ora che fine farà?)

Un'orsa con cucciolo a seguito è stata spaventata dalla presenza di due cacciatori nel suo bosco e li ha inseguiti per difendere il piccolo. Quale sorte le toccherà ora, rea dell'istinto materno?

Un altro incontro ravvicinato con un orso si è verificato in Trentino da pochissimo. All’alba di domenica 30 luglio un’orsa con cucciolo a seguito è stata presa alla sprovvista da due cacciatori sul sentiero Mandrel, direzione malga Avalina, a monte di Roncone.

Spaventata dai due soggetti, come tutte le mamme avrebbero fatto, l’orsa ha difeso il piccolo e ha inseguito i cacciatori per scacciarli. La fuga e le grida sono state la loro prima reazione. Uno dei due ha tentato di arrampicarsi su un albero, azione sconsigliatissima poiché gli orsi sono eccellenti arrampicatori.

L’orsa lo avrebbe preso per una ghetta, come la Provincia autonoma di Trento descrive in un comunicato stampa, facendolo cadere al suolo. L’altro sarebbe invece scivolato nel darsela a gambe. I due orsi si sarebbero allontanati subito dopo, a prova del fatto che la reazione dell’orsa era solo di difesa.

Uno dei cacciatori è stato trasferito all’ospedale di Tione per via di una contusione al costato. Il cacciatore è stato ricevuto successivamente dal presidente della Pat Maurizio Fugatti. Nel punto in cui si è verificato l’incontro, l’unità cinofila del Corpo forestale ha recuperato dei campioni per identificare geneticamente l’orsa.

Ci chiediamo, allarmati, ora cosa succederà a quest’orsa. Gli accertamenti permetteranno di conoscere la storia del plantigrado e valutare i provvedimenti da prendere secondo il PACOBACE, il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali. La Provincia autonoma di Trento non perde occasione per ricordare che tra questi vi è anche l’abbattimento.

E dell’eventuale responsabilità dei cacciatori invece si terrà conto? Si trovavano in giro per un’escursione e non a caccia, ma il loro non è stato un comportamento corretto nell’area di presenza dell’orso.

Ricordiamo che per una pacifica convivenza con i plantigradi si raccomanda non solo di non muoversi di notte e all’alba, momenti in cui gli orsi sono più attivi, ma di non fuggire mai e poi mai alla vista di un orso. Così fanno le prede e l’orso, che non considera l’essere umano come tale, si spaventa percependo un pericolo.

Leggi anche:Cosa fare in caso di incontro ravvicinato con un orso e cosa NON fare assolutamente

Attendiamo di conoscere il destino di questa mamma orsa, ma con non poca amarezza confessiamo che avremmo voluto che una tale celerità nel recuperare le informazioni genetiche dell’animale per poi procedere ci fosse stata anche nel mettere in opera le misure utili a mitigare il conflitto uomo-orso, tutelando così l’incolumità pubblica e, non per ultimi, gli orsi. Per i cassonetti anti-orso, solo un esempio, bisognerà attendere il 2028.

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Fonte: Provincia autonoma di Trento

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