Jane Goodall rivela il motivo per cui ha “scelto” di studiare e proteggere gli scimpanzé

Tutti conosciamo Jane Goodall per le sue scoperte e ricerche sul comportamento degli scimpanzé, ma per quale motivo si è avvicinata proprio a questi animali? Lo ha svelato lei stessa

Jane Goodall è una primatologa di fama mondiale, conosciuta per i suoi contributi alla ricerca sul comportamento degli scimpanzé. La sua immagine è diventata popolare attraverso media, film e serie animate. Oltre alla sua attività scientifica, si impegna attivamente nella difesa dei diritti degli animali e nella conservazione della biodiversità in Africa.

Ma c’è un aneddoto che forse non sappiamo di lei: perché ha scelto proprio gli scimpanzé? In realtà, non è andata esattamente così, non è stata lei a sceglierli quanto piuttosto si è trattato di una casualità. A spiegarlo è stata lei stessa:

Non ho scelto gli scimpanzé. Sono andata in Africa con l’obiettivo di studiare ogni animale che si trovava nella natura selvaggia. È stato incontrare il dottor Louis Leakey, il famoso paleontologo e antropologo che ha cambiato tutto. Mi disse che stava cercando da 10 anni qualcuno per andare e studiare scimpanzé nella natura selvaggia, ma nessuno ci riusciva. Un po’ di persone aveva provato, tuttavia non aveva funzionato.

Lei, invece, ci è riuscita, come ben sappiamo. Per Jane è stato un privilegio assumere questo ruolo:

Sono stata così fortunata che in primis mi hanno assegnato l’animale che più somigliava a noi. E poi ero la prima persona a farlo così tutto quello che ho visto era nuovo ed eccitante. Inoltre ovviamente vedere gli scimpanzé usare e fare strumenti proprio come noi, questo è stata la svolta che mi ha fatto innamorare di loro.

Furono tantissime le sue scoperte

La Goodall è nata a Londra nel 1934 e fin da giovane ha mostrato un forte interesse per la natura. Suo padre le regalò proprio uno scimpanzé di peluche per il suo primo compleanno, suscitando il suo amore per gli animali.

Il suo primo viaggio in Africa avvenne nel 1957 quando si recò in Kenya, dove ebbe l’opportunità di incontrare lo scienziato Louis Leakey. Come abbiamo visto, Leakey la assunse come sua segretaria per una spedizione in Tanganica, dove iniziò ad avvicinarsi agli scimpanzé.

Jane si stabilì a Gombe nel 1960 per condurre studi approfonditi sugli scimpanzé. Attraverso la sua osservazione di lungo periodo, fece scoperte rivoluzionarie sul comportamento di questi primati. Rivelò che gli scimpanzé costruiscono nidi sugli alberi, sono carnivori e utilizzano strumenti per procurarsi il cibo. Queste scoperte sfidarono le concezioni tradizionali sugli scimpanzé e contribuirono significativamente alla comprensione della loro biologia.

Un impegno che non si è ancora fermato

Nonostante la mancanza di laurea, Goodall ottenne il dottorato in etologia presso l’Università di Cambridge, supportata da Leakey. Nel 1963, un reportage fotografico su di lei, realizzato dal fotografo Hugo van Lawick, contribuì a renderla famosa a livello internazionale.

Da allora non si è mai fermata. Nel 1983, fondò il Jane Goodall Institute per sostenere la sua ricerca. Collaborò anche al progetto ChimpanZoo, mirato a migliorare le condizioni degli scimpanzé negli zoo.

Negli anni ‘90, Goodall si impegnò nella conservazione ambientale in Africa, fondando TECARE per integrare le politiche ambientali con le esigenze locali. Continuò a essere una figura di spicco nel movimento ambientalista e partecipò a progetti di ricerca sull’HIV con National Geographic.

Oggi, Jane Goodall è riconosciuta per la sua carriera nella primatologia, il suo attivismo per i diritti degli animali e la sua leadership nella conservazione ambientale. La sua eredità include la creazione di Roots&Shoots, un’associazione giovanile che promuove l’educazione ambientale nelle scuole.

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