Il leone più solo del mondo, imprigionato in uno zoo cinese, è ridotto pelle e ossa

Un leone in uno stato pietoso "vive" imprigionato in uno zoo della Cina. Le sue condizioni sono strazianti, il predatore è pelle e ossa e fatica a muoversi nella sua area. I visitatori dello zoo sono rimasti impietriti davanti a lui. Come può un animale vivere così? Per gli animali quella negli zoo è una non-vita

Una volta era un leone, ora è un ammasso di ossa che si tiene sulle zampe a fatica e riesce a malapena a camminare in uno spazio angusto, sotto gli occhi dei visitatori. Queste sono le drammatiche condizioni di Ala, un esemplare di leone dello zoo Jinniu Lake Safari Park di Nanchino, China.

A dire della struttura, la sua età avanzata gli impedirebbe di masticare il cibo. Per questo l’animale starebbe seguendo una dieta liquida. Verrebbe supervisionato dei veterinari e monitorato dallo staff. I video che lo riprendono mostrano però un’altra realtà in cui il re della savana sembra abbandonato a se stesso, estremamente sofferente, debilitato.

Una situazione davvero preoccupante che ha portato molti a chiedersi come mai il Jinniu Lake Safari Park non prenda provvedimenti e trasferisca l’animale in un altro centro. Ma in questi casi c’è poco da chiedersi e molto su cui riflettere.

Come i suoi simili strappati dal loro habitat e allevati in cattività per essere rivenduti in tutto il mondo, Ala non dovrebbe trovarsi in uno zoo. La sua casa non sono quelle finte rocce che provano senza successo a rendere il suo ambiente leggermente più autentico, quelle recinzioni che delimitano la sua area.

La sua casa è l’Africa, la savana incontaminata in cui l’essere umano stermina le sue popolazioni e pretende di proteggere gli esemplari scampati al bracconaggio e al traffico di specie selvatiche rinchiudendoli in un parco zoologico.

Gli animali appartengono alla natura, non agli zoo. In questi non-luoghi tutte le specie soffrono per via della reclusione a vita. Stress e frustrazione si manifestano attraverso comportamenti stereotipati o gridi di dolore inascoltati. Pensiamo al leone del Bioparco di Roma che piange dalla disperazione o all’orca Kiska, catturata dall’oceano e imprigionata per oltre 40 anni in una vasca.

Come l’orca morta da poco, anche il leone Ala sta morendo giorno dopo giorno nella sua non-vita.

 

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Fonte: Reuters

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