Disegno legge “ammazza-orsi” in Trentino: le associazioni chiedono l’intervento dell’Europa per bloccarlo

Durissima la reazione delle associazioni animaliste italiane dopo la proposta "ammazza-orsi" nella Provincia autonoma di Trento: l'appello alle istituzioni UE e le battaglie annunciate per proteggere gli orsi presenti nella regione da questa ennesima possibile condanna a morte

Gigantesca polemica in Trentino a seguito del provvedimento presentato nella Giunta della Provincia autonoma di Trento. Un nuovo decreto legge intende autorizzare per i prossimi 3 anni l’abbattimento di fino a 8 orsi l’anno.

Una misura assurda che non ha nulla a che vedere con la prevenzione, ma che punterebbe invece a ridurre il numero di orsi presenti sul territorio eliminandoli senza troppi giri di parole. Basta che siano classificati come confidenti oltre che pericolosi.

Tuonano le associazioni di tutela animale, che annunciano battaglia qualora il ddl provinciale venisse approvato. L’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animale, ha reso noto che presenterà un esposto alla Commissione europea per violazione della direttiva Habitat.

L’orso resta sempre e comunque una specie selvatica tutelata dalla normativa nazionale e internazionale. Per questo l’organizzazione è intenzionata a rivolgersi anche alla Suprema Corte italiana “sollevando eccezione di costituzionalità sugli eventuali provvedimenti applicativi che dovessero conseguire da una eventuale legge “ammazza-orsi” “.

Anche l’Oipa e il WWF sul piede di guerra. Il WWF contesta la linea politica anti-scientifica promossa dalla Provincia autonoma di Trento sulla questione orsi. È evidente che un simile approccio non apporterà benefici alla convivenza con i plantigradi, anzi.

Convivenza e gestione sembrerebbero due concetti ancora poco chiari nella regione, dove il conflitto tra l’essere umano e la fauna selvatica ha raggiunti proporzioni spaventose. Lo dimostrerebbero anche i presunti casi di avvelenamento di orsi nel 2023.

Nelle vallate trentine l’orso è diventato il nemico numero 1. Da specie da reintrodurre in natura tramite il progetto europeo Life Ursus (al quale aveva partecipato anche la stessa Provincia autonoma di Trento) ad animale da fare fuori.

Mancano campagne informative sul tema, mancano azioni preventive mirate che infondano sicurezza alla cittadinanza e che salvaguardino allo stesso modo gli esemplari selvatici.

Come ricordano le associazioni, tale lacuna è presente sin dal 2004. In tale anno Life Ursus si concluse con dati positivi in termini di conservazione dell’orso bruno nei territori alpini.

Sono passati ormai due decenni, ma siamo non lontani, lontanissimi dal poter parlare di prevenzione attuata.

Ancora nessuna notizia, invece, sul fronte JJ4 e MJ5. I due orsi attendono di scoprire il loro destino, chi in una gabbia del Casteller e chi da ricercato.

A dicembre il TAR di Trento li aveva salvati nuovamente sospendendo le ordinanze di uccisione e rinviando il caso alla Corte di Giustizia europea. In data 11 gennaio si è discusso della possibilità di trasferimento di JJ4 verso il santuario Libearty, in Romania.

Malgrado il ricorso dell’associazione LAV per obbligare la Provincia sia stato ritenuto inammissibile, non si conosce ancora la decisione.

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Fonti: Enpa/WWF

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