Vi portiamo nel Casteller di Trento: come (non) vivono gli orsi imprigionati nelle loro gabbie

Nel Casteller di Trento sono rinchiusi gli orsi ritenuti problematici e gli altri animali selvatici in un posto che più che un centro di recupero per la fauna selvatica ha in realtà le sembianze di una prigione. Questo è il Casteller

Mamma orsa JJ4 non è più nei suoi boschi assieme ai suoi 3 cuccioli di circa 2 anni di età. È stata catturata alla presenza dei piccoli e ora è detenuta in una delle gabbie del Casteller, il Centro Vivaistico Forestale alle spalle della città di Trento.

Da non confondere con l’omonima struttura  nata negli anni ’60 e gestita dall’Associazione Cacciatori Trentini, il Casteller ha il compito di “accogliere” gli orsi problematici. Assieme all’altro centro, che la Regione Trentino definisce “un vero e proprio luogo di pace”,  questo luogo funge o dovrebbe fungere alla riabilitazione della fauna selvatica. Ma le cose stanno davvero così? Non proprio e nel 2021 il collettivo Assemblea Antispecista lo ha dimostrato.

Alcuni dei loro attivisti si sono introdotti nel Casteller e hanno documentato le agghiaccianti condizioni in cui gli orsi ritenuti problematici venivano tenuti sotto custodia.

Gabbie piccole, di cemento, anguste in cui gli orsi vengono rimpinzati di farmaci e tranquillanti, come denunciato dagli attivisti. Quest’area che non può essere considerata una sistemazione, momentanea o permanente, per un animale come l’orso perché incompatibile con il suo benessere. Le immagini diffuse dagli animalisti sono terrificanti.

orsi casteller

Questa è l’altra faccia del Casteller. Qui gli orsi non vivono, scontano la loro pena fino al giudizio, detenuti perché colpevoli di essersi comportati da orsi e di aver difeso i loro cuccioli come ha fatto mamma Gaia, l’orsa JJ4, più volte, l’ultima purtroppo nelle scorse settimane.

Nel Casteller vi sono 3 recinti per orsi, attualmente “insufficienti” come precisato nel corso della conferenza stampa della Provincia autonoma di Trento del 18 aprile dal dirigente generale del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna Raffaele De Col.

Uno di questi è occupato da M49, l’orso Papillon recluso a vita. Papillon è stato catturato e ricatturato dopo essere riuscito a scappare dal recinto in cui era stato confinato. Desiderava essere libero, ma la sua corsa verso la tanto agognata libertà è finita in modo orribile. M49 è stato castrato, imbottito di tranquillanti e rinchiuso per sempre in cattività.

Lui si trova lì e vi resterà fino alla fine dei suoi giorni anche se, come l’ex ministro Sergio Costa ricordò al tempo, Papillon “non ha mai fatto male a nessuno, non ha mai aggredito nessuno non può e non deve essere trattato come un criminale da tenere in prigione”. Purtroppo è successo proprio questo.

Al Casteller arriveranno prossimamente anche M62 e poi MJ5. Dopo la cattura di mamma orsa JJ4, ora la Provincia autonoma di Trento vuole rinchiudere anche loro nella prigione per orsi, attendendo la valutazione Ispra per avere il via libera all’abbattimento. Nessun orso è più salvo, dentro e fuori il Casteller.

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