Bioparco di Roma: 2 milioni di euro per la foresta tropicale della tigre di Sumatra

Al Bioparco di Roma si è concluso l'intervento di restauro dell'ingresso, ma ora si punta a una foresta tropicale per le specie a rischio come per la tigre di Sumatra, specie rinchiusa solamente in questa struttura italiana

Costerà oltre 2 milioni di euro la riqualificazione arborea del Comune di Roma che porterà alla creazione di un “sentiero della biodiversità” con tanto di foresta tropicale all’interno del Bioparco di Roma, lo zoo più antico d’Italia.

Due ettari di piante esotiche nel cuore della Capitale per accogliere specie a rischio come la zebra di Grevy, che a settembre 2023 ha dato alla luce un cucciolo nel recinto del giardino zoologico. Ma è sicuramente la tigre di Sumatra ad attirare l’attenzione di giornali, scienziati e turisti.

Il 2024 è iniziato con un fiocco rosa di rilievo nel Bioparco di Roma, dove è nata una tigre di Sumatra. La struttura è l’unica sul territorio italiano a detenere questo felino, una sottospecie di tigre in pericolo critico di estinzione.

https://www.facebook.com/bioparcoroma/videos/980909967083832

Il progetto, finanziato dal Dipartimento capitolino Tutela Ambientale che ha seguito il restauro del portale del giardino per un totale di 160 milioni di euro, sostiene l’attività scientifica del Bioparco. Lo ha dichiarato l’assessora Sabrina Alfonsi descrivendolo come:

un’istituzione che svolge un’importante attività di conservazione e di ricerca scientifica, in collaborazione con una vasta rete di enti di ricerca italiani e internazionali”

L’iniziativa prevede perciò di rafforzare la tutela dell’ambiente, degli animali e la conservazione delle specie che si trovano nel Bioparco di Roma, un luogo di interesse che ogni anno richiama nella città eterna migliaia di turisti e cittadini.

Ma era necessario destinare questa cifra alla piantumazione di una vegetazione tropicale a Roma e al recupero delle strutture piuttosto che finanziare interventi di altro tipo in città?

Allevare una specie, lontano dal suo ecosistema, è ciò che si prefiggono gli zoo nell’ambito di piani di salvaguardia della fauna minacciata. Ma imprigionare a vita gli animali in gabbie è davvero la scelta giusta?

Molto più efficace sarebbe sostenere attivamente programmi di recupero e di riabilitazione degli animali in loco, orientati alla reintroduzione della specie in natura, nel proprio habitat.

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Fonti: Sabrina Alfonsi/Facebook – Roma Capitale

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