La storia di Lucky, l’unico sopravvissuto su 14mila tacchini al maxi incendio nell’allevamento italiano

Sono morti, divorati dalle fiamme, nel giro di pochi minuti dentro il capannone (diventato una trappola mortale) in cui erano ammassati, in attesa di finire macellati. Tutti e 14mila i tacchini, tranne uno, sopravvissuto miracolosamente alla tragedia avvenuta nel Viterbese. La storia di Lucky ci ricorda che gli incendi negli allevamenti sono più frequenti e disastrosi di quanto immaginato.

Uno su mille ce la fa, anzi in questo caso uno su migliaia. Sembra una storia miracolosa e, in effetti, un po’ quella di Lucky lo è. Così è stato chiamato l’unico tacchino sopravvissuto ad un terribile incendio divampato lo scorso 10 luglio in un allevamento di Farnese, in provincia di Viterbo.

In un vero e proprio inferno sono morti in modo atroce, arsi vivi fra le fiamme, ben 14mila tacchini. Tranne uno. Ha vagato impaurito e solo per due giorni fra le macerie e le carcasse degli altri tacchini, senza più cibo né acqua, come racconta l’organizzazione animalista Last Chance for Animals – LCA Europe, che ha diffuso le immagini in esclusiva dell’animale e della devastazione attorno a lui. Di quel capannone, di circa 2000 metri quadrati, non è rimasto praticamente niente.

incendio allevamento tacchini

@LCA Europe

Il rogo, scoppiato per cause ancora da accertare, ha distrutto tutto. Come unico spiraglio di speranza è rimasto Lucky, la cui storia – raccontata attraverso i social – sta facendo breccia nel cuore di tantissime persone. Il tacchino fortunato ha il becco tagliato e porta i segni delle bruciature sulle sue piume, ma adesso ad occuparsi di lui ci sono i volontari dell’organizzazione LCA, che gli offriranno una vita degna di essere chiamata tale.

https://www.facebook.com/LCAEurope/videos/1198486887499285/

Lucky è l’emblema delle tragedie che colpiscono gli allevamenti

L’adorabile Lucky è scampato a un dramma che, purtroppo, non rappresenta un episodio isolato. La sua commovente storia accende, infatti, un faro sui rischi che corrono gli animali negli allevamenti, che devono già fare i conti con un’esistenza triste e fatta di stress e sofferenze, e in alcuni casi veri e propri maltrattamenti.

In questi luoghi spesso e volentieri gli standard legati al rispetto del benessere animale restano un’utopia, per non parlare degli stardand di sicurezza. È noto che gli allevamenti siano sovraffollati, poco aerati e soffocanti; tutti fattori che rendono un incendio un evento ancora più fatale, specialmente nel periodo estivo.

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Le stragi di animali rinchiusi nei capannoni sono più frequenti di quanto si possa pensare. Secondo l’ultimo report di AWI (Animal Welfare Institute) dal 2013 al 2017 soltanto negli Usa hanno perso la vita oltre 2 milioni di animali (di cui il 95% è costituito da polli) allevati hanno perso la vita fra le fiamme.

Centinaia di migliaia gli animali, di specie diverse, accomunati da un destino unico. Morire atrocemente, arsi vivi. – denuncia LCA Europe – Per loro non sono previsti piani di salvataggio. Considerati “un prodotto” fino all’ultimo momento, per gli allevatori diventano, addirittura, una “perdita economica”, in questi casi.

Questi incidenti possono avere conseguenze non indifferenti anche sulla salute umana, come ribadisce l’organizzazione che si occupa di tutela animale:

Tragedie come queste sono un pericolo anche per noi. La combustione che si genera durante questi roghi può generare fumi nocivi, che si possono propagare nell’aria anche a diversi chilometri di distanza. Come le fiamme, che se non vengono prontamente domate, possono interessare vaste aree circostanti, in particolare in periodi di caldo torrido come quelli che stiamo vivendo. Tragedie come queste devono, pertanto, portare a riflettere sul cambiamento di rotta necessario e impellente che dobbiamo cercare di intraprendere.

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Fonte: LCA Europe

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