Foie gras a processo: contestata in tribunale la pratica dell’alimentazione forzata di oche e anatre

L’organizzazione L214 ha contestato l’alimentazione forzata di oche e anatre per la produzione di foie gras davanti al tribunale amministrativo di Strasburgo

L’organizzazione per i diritti degli animali L214 ha contestato la pratica dell’alimentazione forzata di oche e anatre per la produzione di foie gras davanti al tribunale amministrativo di Strasburgo, citando la direttiva europea del 1998 sulla protezione degli animali da allevamento.

Secondo L214, l’alimentazione forzata è contraria a questa direttiva, che stabilisce che nessun animale deve essere nutrito o abbeverato in modo tale da causare sofferenze o danni inutili. L’associazione ha citato due rapporti a sostegno della sua posizione: uno del Comitato scientifico della Commissione europea del 16 dicembre 1998 e l’altro dell’Università di Cambridge del 14 settembre 2015. Questi rapporti affermano che l’alimentazione forzata è dannosa per gli animali, portando a un aumento del 10-20% della mortalità e costituendo una fonte di estrema sofferenza.

L’avvocato di L214, Hélène Thouy, ha sottolineato in udienza che le disposizioni francesi non consentono di sanzionare i maltrattamenti causati dall’alimentazione forzata. Inoltre l’articolo L654-27-1 del Codice rurale, che definisce il foie gras come proveniente da un animale appositamente ingrassato con l’alimentazione forzata, impedisce ai produttori di foie gras senza alimentazione forzata di ottenere questa denominazione. A suo avviso, questa disposizione viola il diritto dell’Unione europea sulla libera circolazione delle merci.

La decisione sarà presa il 6 giugno

Il relatore pubblico, Laurent Boutot, ha invece raccomandato di respingere la domanda. Ha sostenuto che non c’è stato un mancato recepimento della direttiva europea, in quanto gli Stati non sono obbligati a trasporre tutte le disposizioni di una direttiva direttamente nel diritto nazionale, a condizione che non ne snaturino la sostanza.

Inoltre ha dichiarato che non c’è consenso scientifico sul fatto che l’alimentazione forzata provochi sofferenza e, anche se fosse così, non è stato dimostrato che questa sofferenza sia inutile, dato che il foie gras fa parte del patrimonio culturale e gastronomico protetto della Francia.

La rappresentante del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare non ha preso la parola durante l’udienza, accontentandosi di presentare le sue osservazioni scritte al tribunale. La decisione finale sarà emessa il 6 giugno.

La sfida di L214 ha riacceso il dibattito sulle pratiche di allevamento intensivo e sul benessere degli animali in Francia, evidenziando le tensioni tra le tradizioni gastronomiche e le crescenti preoccupazioni per i diritti degli animali. La decisione del tribunale potrebbe avere implicazioni significative per l’industria del foie gras e per la legislazione sulla protezione degli animali in Europa.

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Fonte: L214

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