Continuano le proteste contro il primo maxi allevamento di polpi in Spagna

Gli animalisti continuano a manifestare in Spagna e fuori dal Paese contro l'apertura del primo allevamento di polpi del mondo, un progetto folle e incompatibile con gli obiettivi di salvaguardia ambientale e di benessere animale. Le associazioni chiedono l'appoggio dei ministri europei per fermare l'avvio di questa fabbrica della morte

Non si fermano le proteste contro l’apertura del primo maxi allevamento di polpi del mondo a Las Palmas, Gran Canaria, dove è già in corso la fase di sperimentazione per dare il via al disumano progetto. In questa fabbrica di polpi si potrebbero produrre annualmente 3.000 tonnellate di carne di cefalopodo, ma a quale prezzo?

Animali confinati in vasche affollatissime, alterazioni dei ritmi naturali per aumentarne la riproduzione, tecniche di macellazione mostruose che per esseri così intelligenti come i polpi significano solo una cosa: sofferenza inaudita.

La comunità scientifica si è da subito dichiara titubante su questa forma estrema di allevamento. In diversi report sono state esposte tutte le preoccupazioni circa le considerazioni etiche su alcune mostruose pratiche e gli allarmanti impatti ambientali.

Leggi anche: 8 motivi per cui il primo allevamento intensivo mondiale di polpi è pura follia

Da tempo animalisti e associazioni di tutela animale di ogni Paese manifestano contro questo diabolico piano.  Petizioni, sit-in davanti alle ambasciate spagnole, dimostrazioni pubbliche per tenere alta l’attenzione sul tema. A maggio i rappresentanti di PACMA Madrid, Partito Animalista Contro il Maltrattamento degli Animali spagnolo, ha manifestato e informato i cittadini della capitale.

Lo scorso 28 luglio, proprio a Las Palmas, davanti all’Auditorio Alfredo Kraus, gli animalisti si sono dati appuntamento per far sentire la propria voce. Il 28 luglio si è tenuto in città l’incontro del Consiglio “Occupazione, politica sociale, salute e consumatori” (EPSCO) dell’Unione europea.

Gli attivisti di AnimaNaturalis, Eurogroup for Animals, Acción Océanos e Raíces & Brotes dell’Instituto Jane Goodall hanno protestato chiedendo l’appoggio dei ministri europei per ostacolare l’avvio dell’allevamento sulle coste dell’isola.

Al meeting hanno preso parte i rappresentanti della sanità di diversi Paese e anche l’ex ministro della Salute Carolina Darias, attuale sindaca di Las Palmas, per discutere dell’approccio “One Health” circa la prevenzione di problematiche di salute negli Stati comunitari.

È compito dei responsabili della nostra salute affrontare i rischi che la comunità scientifica ha già evidenziato e ancora di più se la proposta per affrontare questi problemi è olistica, come propone One Health. Distogliere lo sguardo da ciò che si sta costruendo nel cortile della riunione EPSCO non risolve il problema e crediamo che potrebbe essere negligente non affrontare il benessere degli animali dei polpi, il deterioramento ecologico e i rischi per la salute che questa fattoria può produrre” ha commentato Cristina Ibáñez, coordinatrice di AnimaNaturalis.

Allevare polpi nel primo mega allevamento intensivo di questa specie è incompatibile con i piani di sviluppo europei per la tutela dell’ecosistema e con il benessere animale. L’apertura dell’allevamento va fermata.

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Fonte: Animal Naturalis

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