Cannibalismo e sofferenza: a questo porterà il folle progetto per l’apertura del primo maxi allevamento di polpi al mondo

Il primo allevamento di polpi di tutto il mondo sta per diventare una terrificante realtà. Secondo gli esperti non mancheranno episodi di cannibalismo e inutili sofferenze. Attivisti e organizzazioni internazionali hanno messo il luce tutte le loro preoccupazioni per questo progetto agghiacciante

Confinati in vasche sovraffollate, esposti alla luce artificiale al fine di aumentarne la riproduttività, macellati con metodi terrificanti con l’obiettivo di arrivare a produrre ogni anno circa 3.000 tonnellate di carne. Oltre 1 milione di polpi verranno allevati e uccisi in quello che sarà il primo allevamento intensivo di polpi al mondo. Ma l’orrore non finisce qui.

Gli esperti avvertono che i folli progetti dietro l’apertura del primo allevamento intensivo di polpi con sede nel porto di Las Palmas, Gran Canaria, Spagna, potrebbero portare anche a episodi di cannibalismo.

Ciò è già noto alla comunità scientifica. I polpi, creature senzienti e intelligenti, sono infatti animali solitari e tendono a mostrare aggressività quando si trovano in gruppi numerosi, diventando cannibali e ferendosi a morte. In un ambiente artificiale, quale le vasche di questo futuro sistema di acquacoltura su terraferma, comportamenti del genere potrebbero essere molto ricorrenti.

Il cannibalismo si verifica comunemente quando i polpi sono alloggiati insieme. Lo stress da sovraffollamento o condizioni di vita non ideali può portare all’autocannibalismo, dove si mangiano i tentacoli – ha spiegato Alex Schnell – nei miei 15 anni di esperienza, non ho mai incontrato una struttura che raggruppi i polpi insieme senza episodi di aggressione o fuga”

I polpi attaccano i loro simili perché fortemente stressati. Cercano una via di fuga, ma fuggire da questa fabbrica è impossibile. Qui verranno allevati fino alla macellazione.

Attualmente è in corso una sperimentazione per lanciare il progetto, che sarà più crudele di quanto si possa anche solo immaginare. Si è partiti con nove vasche tenute sotto osservazione dal team dell’azienda Nueva Pescadora.

Secondo quanto riporta il The Guardian, Roberto Romero Pérez, biologo marino del gruppo Nueva Pescadora, ha affermato che in questa prima fase non sono stati documentati “alcuna territorialità o cannibalismo o attacchi, o cose del genere. Perché? Perché le condizioni sono giuste”. Il biologo ricorda comunque che “l’obiettivo è aumentare la densità per renderla economicamente redditizia”.

Quindi stipare quanti più polpi possibili nelle singole vasche, con dolore e crudeltà che saranno all’ordine del giorno. In tutto questo, purtroppo, la legislazione europea non è d’aiuto. Non vi sono infatti norme che tutelano e proteggano il benessere dei polpi, come denunciato in un report dal titolo Uncovering the horrific reality of octopus farming condotto da Compassion in World Farming e Eurogroup for Animals.

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