Via le ruspe dal ghiacciaio del Teodulo per la Coppa del mondo di sci: “il futuro delle montagne vale più di qualsiasi gara”

Sul ghiacciaio del Teodulo, nelle Alpi svizzere, sono comparse ruspe ed escavatori per preparare le piste per la Coppa del mondo di sci. Ma il progetto scatena l'ira delle associazioni ambientaliste, che hanno ottenuto però soltanto uno stop parziale dei lavori. "Chiediamo un ripensamento: gli sport sulla neve devono diventare compatibili con la natura selvaggia!" invocano

Le immagini provenienti dal ghiacciaio del Teodulo a Zermatt – in Svizzera – hanno scatenato una vera e propria bufera. Qui sono entrate in azione ruspe ed escavatori per preparare le piste in vista delle gare di Coppa del mondo di Sci, in programma a novembre. Peccato, però, che quel ghiacciaio si stia ritirando di anno in anno: proprio qui la scorsa estate lo scioglimento del ghiaccio ha fatto riaffiorare i resti di un alpinista scomparso quasi 40 anni fa. Nonostante la crisi climatica continui a galoppare, trasformando il volto dei paesaggi alpini, si è deciso comunque di avviare i lavori in quest’area così delicata.

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Ma le associazioni ambientaliste non sono rimaste a guardare e, a seguito della presentazione di una richiesta urgente di sospensione del progetto, la commissione edilizia del Canton Vallese ha disposto lo parziale ma immediato dei lavori sul ghiacciaio svizzero per verificare che siano stati portati avanti nel rispetto della legalità.

Tuttavia il blocco riguarda esclusivamente l’area esterna al comprensorio sciistico in quanto – secondo la commissione – un diveto totale sarebbe stato sproporzionato.

La decisione della commissione edilizia cantonale di bloccare immediatamente tutti i possibili lavori illegali dimostra che non è chiaro se i gli interventi costruzione sul ghiacciaio del Teodulo siano legali o meno. – commenta l’Ong Mountain Wilderness Switzerland, che ha sollevato la questione insieme al WWF e all’associazione Pro Natura.

Gli sport devono adattarsi al clima che cambia (non viceversa!)

Ma la faccenda va ben oltre al di à del rispetto delle regole. Qui c’è in ballo il futuro dei ghiacciai, sempre più agonizzanti a causa del riscaldamento globale.

Legale o no, siamo del parere che grandi eventi che comportano interventi così massicci sulla natura e un enorme dispendio logistico non siano più appropriati. – prosegue Mountain Wilderness Switzerland – È necessario un ripensamento negli sport agnositici sulla neve. Lo sport deve adattarsi alle nuove condizioni climatiche, ridurre significativamente il proprio fabbisogno energetico e ridurre a zero le emissioni di gas serra il più rapidamente possibile.

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Dal canto suo, il comitato organizzatore dello Speed Opening di Zermatt-Cervinia, guidato da Franz Julen, sostiene di aver agito nel rispetto della legalità.

“Non abbiamo nulla da nascondere, in questi giorni abbiamo sempre segnalato la nostra disponibilità, le autorità possono prendere visione degli eventi sul posto” spiega attraverso un comunicato.

Sulla vicenda si è espresso anche lo scrittore bergamasco Luca Rota, facendo una triste previsione.

Gli organizzatori faranno ricorso, come è loro concesso, e probabilmente lo vinceranno ma non perché ciò che stanno facendo sul ghiacciaio del Teodulo, o per meglio dire ciò che stanno imponendo con la violenza di ruspe e escavatori alla massa glaciale nonostante l’ennesima stagione estiva di fusione e di generale sofferenza, sia del tutto regolare: non lo è per diversi motivi, è palese. – scrive Rota sulla sua pagina Facebook – Lo vinceranno perché, al momento, certi biechi e ipocriti interessi riescono ancora a prevalere sulla tutela delle nostre montagne e del loro paesaggio, perché ci si metterà di mezzo certa politica che teme di perdere i propri tornaconti, perché in certi responsabili della gestione dei territori montani mancano competenze culturali autentiche al riguardo, visione del futuro, sensibilità, rispetto per la montagna.

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Fonti: Mountain Wilderness Switzerland/Luca Rota

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