Il viaggio della plastica nel Po: una grande quantità di rifiuti rimane intrappolata nel fiume (e non arriva mai al mare)

I risultati del progetto MAPP (Monitoraggio Applicato alle Plastiche nel Po) rivelano cosa accade davvero alle plastiche che si trovano nel fiume Po, aprendo la strada a nuove strategie di gestione e prevenzione dell'inquinamento

Il grande fiume Po non porta con sé solo acqua e vita, ma anche un triste fardello fatto di rifiuti plastici di medie e grandi dimensioni. Questo corso d’acqua imponente, infatti, non è esente dal problema – ormai diventato cruciale – dell’inquinamento ambientale dovuto al nostro uso indiscriminato di plastica.

Il progetto MAPP (Monitoraggio Applicato alle Plastiche nel Po) ha gettato nuova luce su questa problematica, rivelando dati sorprendenti in contrasto con le precedenti stime e che suggeriscono l’urgente necessità di trovare soluzioni per proteggere l’ecosistema.

Questo importante progetto, lanciato nel giugno 2021 dall’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha utilizzato per due anni una vasta gamma di strumenti e metodologie all’avanguardia, alcune delle quali pionieristiche a livello europeo. L’obiettivo era stimare con precisione le quantità, le dimensioni e le principali direzioni di spostamento dei rifiuti plastici lungo il corso del fiume Po, offrendo una panoramica completa del fenomeno del plastic litter nel Grande Fiume.

Le osservazioni lungo il fiume Po sono state condotte stagionalmente in cinque diverse località lungo l’intero corso del fiume: Verolengo (TO), Isola Serafini (PC), Boretto (RE), Pontelagoscuro (FE), e Porto Tolle (RO), con particolare attenzione alle aree golenali circostanti i tratti monitorati. I risultati hanno rivelato una predominanza di rifiuti plastici di dimensioni inferiori a 10 cm, distribuiti principalmente nelle prime tre classi dimensionali (cioè minori di 2,5 cm, compresi tra 2,5 e 5 cm, e compresi tra 5 e 10 cm).

I risultati del progetto hanno evidenziato che solo una piccola frazione dei rifiuti plastici trasportati dal Po (il 15%) riesce ad attraversare il Grande Fiume e raggiungere l’Adriatico. Questo dato, ritenuto rivoluzionario, contraddice quanto noto e stimato fino ad oggi e indica che una considerevole quantità di plastica rimane intrappolata lungo il percorso del fiume.

risultati studio plastica fiume po

@Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile

Un altro aspetto fondamentale emerso dal progetto MAPP è l’utilizzo innovativo della tecnologia satellitare per il monitoraggio delle plastiche nel fiume Po. Questo approccio ha permesso di individuare accumuli di plastica distinguendoli dalla fitta vegetazione e apre la strada a nuove metodologie di monitoraggio e intervento per contrastare l’inquinamento da plastica.

Come ha dichiarato Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po:

Questi risultati, di rilievo scientifico, hanno permesso all’Autorità di bacino di ottenere un primo quadro conoscitivo utile a supportare la definizione di futuri approfondimenti e di azioni concrete di prevenzione e gestione dell’inquinamento da river litter. Infatti, gli esiti del progetto MAPP hanno costituito le basi per la progettazione del programma sperimentale triennale 2024-2026 per il recupero delle plastiche nel fiume Po, che sarà realizzato con i finanziamenti resi disponibili dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica attraverso la Legge SalvaMare, i cui obiettivi sono di incentivare la raccolta dei rifiuti plastici nei fiumi, del loro successivo riciclo nell’ottica dell’economia circolare e di sensibilizzare la collettività per la diffusione di comportamentali virtuosi che prevengano il problema della marine litter.

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Fonte: Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile

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