Ci sono più microplastiche negli oceani che stelle nella Via Lattea: i numeri agghiaccianti dell’inquinamento da plastica

L’inquinamento da plastica sta raggiungendo livelli record e a risentirne sono l’ambiente e gli animali marini in particolare: è necessario fare qualcosa subito prima che le proiezioni più nefaste diventino realtà

Il problema della plastica negli oceani è grave e in continua crescita, come dimostrato dai dati scientifici e dalle ricerche recenti. Per dare un’idea della loro quantità, la presenza di microplastiche negli oceani supera di gran lunga il numero di stelle nella Via Lattea, con circa 51 trilioni di frammenti galleggianti solo sulla superficie. Queste microplastiche, che derivano dalla degradazione di diversi tipi di plastica, minacciano gli ecosistemi marini e costieri.

La situazione è così grave che, se non vengono prese misure drastiche, entro il 2050 la plastica nei nostri mari potrebbe superare in peso tutti i pesci. Questa proiezione, insieme all’allarmante previsione che il 99% delle specie di uccelli marini avrà ingerito plastica entro la stessa data, mostra chiaramente l’urgenza di affrontare questa questione.

Attualmente, il 60% delle specie di uccelli marini e il 90% degli esemplari sono già esposti ai detriti di plastica. Questo impatto è dovuto all’incapacità degli animali marini di distinguere tra oggetti di plastica e cibo, rendendo inevitabile l’ingestione di microplastiche.

Meno del 10% della plastica prodotta viene riciclata

Nonostante questi numeri, la produzione e il consumo di bottiglie di plastica sono in costante aumento, con un milione di bottiglie acquistate ogni minuto nel mondo. Oltre 580 miliardi di bottiglie vengono vendute globalmente ogni anno. Meno della metà di queste bottiglie viene riciclata, mentre il resto finisce nell’ambiente, contribuendo alla crescente contaminazione da plastica negli oceani.

È proprio questo il problema: lo scarso riciclo. Complessivamente, infatti, sono stati prodotti circa 7 miliardi di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 10% di questa plastica è stata riciclata. La maggior parte finisce in discarica o viene bruciata, contribuendo all’inquinamento atmosferico e al cambiamento climatico.

Inoltre le microplastiche non solo contaminano gli ecosistemi marini, ma possono anche entrare nella catena alimentare, minacciando la salute degli organismi marini e potenzialmente anche quella degli esseri umani che si nutrono di pesce.

La gestione inadeguata dei rifiuti di plastica e la loro continua dispersione negli ambienti terrestri e marini richiedono un’azione immediata e significativa. Misure come l’introduzione di leggi più severe sulla produzione e il riciclaggio di plastica, l’implementazione di tecnologie più efficienti di riciclaggio, e un maggiore impegno globale per la pulizia degli oceani possono contribuire a mitigare questa crisi. Tuttavia senza un cambiamento sostanziale nel modo in cui produciamo, utilizziamo e ricicliamo la plastica, le prospettive per i nostri ecosistemi marini e la nostra salute rimangono inquietanti.

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