Incendio all’impianto dei rifiuti di Ciampino: valori altissimi di diossina, “non aprite le finestre”

Sono stati resi noti i primi dati del monitoraggio sugli inquinanti presenti nella zona dell'impianto di trattamento dei rifiuti di Ciampino, recentemente andato a fuoco. Preoccupano in particolare i livelli altissimi di diossina

Probabilmente ricorderete che il 29 luglio scorso è scoppiato un incendio nello stabilimento per lo smaltimento dei rifiuti di Ciampino, alle porte di Roma. La situazione ha ovviamente suscitato notevoli preoccupazioni, in particolare riguardo alla qualità dell’aria nella zona.

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L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio (ARPA Lazio) ha effettuato le prime rilevazioni al fine di valutare l’impatto dell’incendio e monitorare l’eventuale presenza di sostanze inquinanti nell’aria. Per effettuare i rilievi sono stati installati due campionatori ad alto volume, uno a breve distanza dall’area interessata dall’incendio e l’altro a qualche centinaio di metri in direzione dei Castelli Romani.

Questi strumenti sono stati utilizzati per rilevare la presenza di idrocarburi policiclici aromatici, PCB e diossine nell’atmosfera.

Ora sono arrivati i primi dati del monitoraggio, particolarmente allarmanti in merito alla presenza di diossine, per le quali però non esiste un riferimento normativo in aria ambiente.

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) in ambiente urbano di diossine e furani sono di circa 0,1 pg/m3, ma possono variare notevolmente da zona a zona.

Valori di 0,3 pg/m3 o superiori sono considerati indicativi di fonti di emissione localizzate. Il valore del campione analizzato nell’area interessata dall’incendio è risultato ben al di sopra del valore di riferimento, suggerendo la necessità di ulteriori indagini per valutare l’entità dell’impatto.

Come si può vedere dall’infografica, infatti, all’interno dello stabilimento la diossina ha raggiunto un valore di 37 pg/m3. 

diossine impianto rifiuti ciampino

@Arpa Lazio

Per quanto riguarda gli altri inquinanti, la situazione sembra migliore. La stazione più vicina all’impianto, denominata “Ciampino”, ha registrato concentrazioni di particolato PM10 di 19 µg/m3 il 29 luglio e di 22 µg/m3 il 30 luglio. Entrambi i valori sono ampiamente inferiori al limite giornaliero stabilito per il PM10, pari a 50 µg/m3, e sono simili a quelli registrati il venerdì precedente.

Anche la centralina di Cinecittà, situata a circa 9 km a nord-ovest dell’incendio, ha registrato valori di PM10 (18 µg/m3 il 29 luglio e 21 µg/m3 il 30 luglio) in linea con quelli registrati il venerdì precedente e non ha evidenziato superamenti del limite giornaliero di PM10 durante il fine settimana. Questi risultati suggeriscono che nell’area urbana del Comune di Roma, in nessuna stazione di monitoraggio, sono stati registrati livelli di particolato al di sopra dei limiti consentiti.

Per quanto riguarda i PCB, non esistono limiti normativi o valori di riferimento. Tuttavia, in base all’esperienza dell’ARPA Lazio in occasione di incendi simili verificatisi negli ultimi anni nel territorio regionale, i valori di PCB misurati possono variare ampiamente, da meno di 200 a oltre 2000 pg/m3. In questo caso si attestano intorno ai 1000 pg/m3.

L’ARPA Lazio continuerà a monitorare attentamente la situazione e diffonderà i risultati delle successive analisi non appena saranno disponibili.

Nel frattempo, i sindaci di Ciampino e Marino hanno consigliato ai cittadini, in caso il fumo e l’odore siano visibili e intensi di:

  • tenere chiuse porte e finestre
  • limitare gli spostamenti allo stretto necessario
  • lavare bene frutta e verdura di produzione propria
  • limitare l’uso di impianti di climatizzazione e di trattamento

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Fonte: ARPA LAZIO

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