Extinction Rebellion blocca l’entrata del Ministero dei Trasporti contro l’immobilismo del governo sul clima

Gli attivisti di Extinction Rebellion tornano a far sentire la propria voce vestiti da Pinocchio per denunciare il negazionismo e l’immobilismo del governo sulla crisi climatica

Circa un centinaio di attivisti di Extinction Rebellion ha bloccato l’ingresso del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Vestiti da Pinocchio hanno srotolato uno striscione con la scritta: “Crisi climatica: benvenuti nel Governo dei Balocchi”.

L’obiettivo era denunciare la negazione della crisi climatica e le contraddizioni delle politiche del governo di fronte all’emergenza in atto. Un grande Pinocchio di cartapesta è comparso nel piazzale antistante, seduto su due barili di petrolio mentre regge in mano la Terra in fiamme.

Per far valere ancora di più le proprie ragioni, alcuni manifestanti si sono appesi ai pali della luce con corde, imbrago e caschetto. Altri, indossando il caratteristico naso lungo del burattino di Collodi, si sono incatenati alle porte d’ingresso.

Uno dei temi clou: il ponte sullo Stretto di Messina

Sono tanti i temi in campo. Un esempio su tutti è la ripresa del progetto per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, fortemente sostenuto dal Ministro Matteo Salvini ma criticato da osservatori come Legambiente, WWF e Kyoto Club per le numerose problematiche ambientali.

Si tratta infatti di un’opera imponente, con un costo elevatissimo (14,6 miliardi di euro, quasi un punto percentuale del PIL), la cui realizzazione richiederà tonnellate di materie prime, principalmente acciaio e cemento, generando migliaia di tonnellate di CO2. Questa quantità è dieci volte superiore alle emissioni annuali dei traghetti che attualmente collegano la Sicilia alla Calabria.

Nonostante ciò, il governo non ha mai fornito dati certi sulla quantità effettiva di CO2 che verrebbe risparmiata nel ciclo di vita della sua costruzione. Questi problemi, per Extinction Rebellion, sono comuni a tutte le grandi opere infrastrutturali, che, invece di alleviare il traffico, alimentano un aumento degli spostamenti, oltre al consumo di suolo e alla distruzione degli ecosistemi.

A detta degli attivisti, il governo ha ignorato gli allarmi della comunità scientifica

Secondo gli attivisti, il governo sta ignorando gli allarmi lanciati dalla comunità scientifica riguardo ai cambiamenti climatici. Eppure la realtà è sotto ai nostri occhi con eventi come l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna a maggio, gli incendi che hanno devastato la Sicilia in luglio e agosto, i violenti nubifragi che hanno colpito Milano che hanno causato morti e sfollati nonché tutti i gravi problemi economici alle persone e alle attività produttive coinvolte.

I danni stimati solamente per l’alluvione in Emilia Romagna sono di 9 miliardi, mentre i danni all’agricoltura supereranno i 6 miliardi dell’anno scorso, cui si aggiunge una riduzione del 10% nella produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% per le pere e con il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto all’anno precedente.

Per questo, con un gesto dimostrativo, Extinction Rebellion ha voluto spingere chi ci governa a smettere di minimizzare gli effetti della crisi più grande che l’umanità abbia mai affrontato e smuovere le coscienze affinché si faccia qualcosa di concreto per cercare di porre freno a tale fenomeno.

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