Parte la centrale a gas di A2A nel centro di Lodi: in città si ricomincia a bruciare metano

Transizione energetica dove sei? Rimane un miraggio l’idea di abbandonare le fonti fossili e sviluppare soluzioni rinnovabili per il teleriscaldamento se poi a riaccendersi sono le centrali a gas

Si brucia metano a ridosso della città: così a Lodi riparte la nuova centrale del teleriscaldamento, quella creata su una porzione del parcheggio dell’ex Macello di via Vecchio Bersaglio e realizzata da Linea Green, parte del gruppo A2A, oggi in carico a A2A Calore e Servizi.

È da un anno, infatti, che i servizi di teleriscaldamento e di conduzione degli impianti termici di Linea Green sono erogati da A2A. Proprio quella che, con il suo martellante jingle negli spot che rimane nelle orecchie per il resto della giornata, si dice all’avanguardia nella promozione della “crescita sostenibile del Paese”.

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Eppure, quello di Lodi è un nuovo polo di produzione formato da un sistema di accumulo termico dotato di quattro serbatoi, per incamerare il calore prodotto nelle ore in cui il fabbisogno degli utenti sarebbe ridotto e reimmetterlo in rete quando la richiesta aumenta, e due generatori di acqua calda dalla potenzialità complessiva di 20 MW al servizio della rete del teleriscaldamento della città di Lodi.

Se in Italia, dunque, un passo in avanti potrebbe essere la chiusura definitiva di 7.961 MW di centrali a carbone entro il 2025, quello stesso passo potrebbe essere frenato, come spieghiamo qui, proprio dalla realizzazione e dagli ampliamenti di centrali a gas, metanodotti, depositi, rigassificatori e nuove richieste sul fronte delle estrazioni di idrocarburi in quasi tutte le Regioni.

Contavamo in nuovi progetti, promessi nell’incontro che si è tenuto a Lodi nella sede A2A a luglio – dice Andrea Sari, presidente del circolo di Legambiente LodiVerde. Ci sono altre opportunità che bruciare gas fossili, ma evidentemente l’elettricità rinnovabile, le pompe di calore di quartiere o caseggiato, lo scambio con acqua di falda e il ricorso alla fonte solare non sono ancora nei radar di A2A, almeno a Lodi.

Secondo la nota stampa, la caldaia in questione è rimasta spenta fino a poche settimane fa e si tratta di una macchina termica obsoleta, a basso rendimento, addirittura vietata se fosse installata in un complesso condominiale, dove da tempo sono obbligatorie le caldaie a condensazione, che hanno un rendimento maggiore, e sono ormai consigliate le pompe di calore o, almeno, le caldaie ibride (pompe di calore più caldaia a condensazione).

Per questo il circolo LodiVerde ha chiesto un nuovo incontro con la direzione di A2A.

Intanto, la nuova centrale termica di Lodi rimane un esempio in negativo di quelle infrastrutture energetiche che dovrebbero essere abbondantemente superate per andare verso tecnologie che, in ogni caso, sarebbero anche già disponibili.

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