“Le turbine del colosso Siemens si rompono”: l’Europa delle rinnovabili cede il passo alla Cina

Siemens Gamesa ha fornito turbine eoliche ad alcune delle più grandi compagnie elettriche e petrolifere e del gas in tutto il mondo e ha avvertito che i problemi potrebbero richiedere anni per essere risolti

Fino al 30% delle 29mila turbine gestite a livello globale sono difettose: a ritardare la transizione energetica è l’annuncio di una delle poche imprese europee leader nel settore, Siemens Gamesa, che parla di problemi legati alle turbine già installate sia onshore che offshore, con un aggravio dei costi da oltre un miliardo di euro.

Nei giorni scorsi, infatti, era stata Siemens Energy (ENR1n.DE), capogruppo di Siemens Gamesa, ad affermare che i problemi con le sue piattaforme onshore più recenti potrebbero interessare fino al 15-30% delle sue turbine installate in tutto il mondo, provocando un calo del 37% del prezzo delle sue azioni.

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A emergere sarebbero stati problemi di qualità sui componenti delle turbine eoliche e i risultati dell’ultima revisione effettuata sono “molto peggiori di quanto pensassi“, dice Jochen Eickholt, capo di Siemens Gamesa, riferendosi a difetti nelle pale del rotore e nei cuscinetti, che potrebbero causare danni che vanno da piccole crepe a guasti dei componenti.

Cosa succederà?

Secondo gli analisti, questo è un duro colpo per l’industria europea vorrebbe e dovrebbe sostituire le forniture cinesi nel mercato domestico. Tutta la situazione, infatti, può giocare a vantaggio dei concorrenti asiatici.

Entro i prossimi sette anni, secondo il piano industriale della Commissione Europea Net-Zero Industry Act, la produzione dell’Unione europea dovrà essere in grado di soddisfare almeno l’85% della domanda annuale europea per la tecnologia eolica. Stando ai dati del centro di ricerca londinese Ember, nella produzione da fonti di energia rinnovabili al momento l’Asia conta da sola per la metà della produzione globale da eolico e solare, con in testa la Cina e i 980 terawattora generati nel 2021, cui si aggiungono l’India, il Giappone e la Corea del Sud. Dalla Francia in giù, invece, nessun Paese dell’Unione Europea puà ad oggi produrre più di 50 terawattora l’anno.

Secondo il report Global Wind Turbine Market Shares di Bloomberg, nel 2022 circa 50 Gw di capacità eolica sono stati aggiunti solo dalla Cina e, d’altro canto, fino a un anno fa Siemens Gamesa dipendeva proprio dalle forniture di Pechino di terre rare e magneti permanenti, elementi utili alla fabbricazione delle turbine.

I Governi di tutto il mondo stanno tentando di fissare obiettivi climatici sempre più ambiziosi, che richiederebbero un rapido sviluppo delle energie rinnovabili, a partire proprio dall’energia eolica. Ma così facendo i tempi si allungano e di molto.

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Fonti: Reuters / Global Wind Turbine Market Shares

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