Bloccare il traffico aereo e automobilistico per danneggiare l’economia russa (e salvare l’ambiente)

Buona parte dei finanziamenti bellici russi provengono dalle esportazioni di gas e petrolio: è responsabilità dell'Europa bloccarle per provare a fermare il massacro e aiutare l'ambiente

Ridurre concretamente la dipendenza energetica dalla Russia, attraverso un blocco del traffico aereo e automobilistico attivato a livello comunitario all’interno dell’Unione Europea, potrebbe rappresentare una misura forte e definitiva contro le minacce belliche operate dal governo di Mosca – secondo quanto dichiarato all’interno di un rapporto indipendente appena diffuso.

Infatti l’Europa potrebbe porre fine rapidamente alla sua dipendenza dal petrolio e dal gas dalla Russia solo adottando misure forti – come il razionamento dell’energia nei diversi Paesi dell’UE, l’imposizione di un limite massimo di temperatura ai termostati domestici in inverno, la limitazione del traffico privato e dei voli aerei. Queste accortezze, oltre a danneggiare la Russia, aiuterebbero a contenere le emissioni inquinanti e a contrastare la crisi climatica.

Come spiegato dagli autori del report, buona parte dei proventi dell’economia russa derivano dall’esportazione di combustibili fossili – in primis gas naturale: si pensi che, solo nello scorso anno, l’Unione Europea ha importato dalla Russia oltre 155 miliardi di metri cubi di gas. Inutile dirlo, i soldi guadagnati con la vendita di combustibili stanno finanziando le azioni militari contro l’Ucraina e la morte di migliaia di civili.

Abbiamo dato all’Ucraina quasi 1 miliardo di euro per permettere al Paese di armarsi – ha sottolineato l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. – Potrebbe sembrare tanto, ma 1 miliardo di euro è quello che paghiamo a Putin ogni giorno per l’energia che ci fornisce. Dall’inizio della guerra, abbiamo pagato alla Russia oltre 35 miliardi di euro.

Ovviamente è impossibile eliminare i combustibili russi dal bilancio europeo dalla sera alla mattina, con uno schiocco di dita. C’è bisogno di tempo, di un piano coordinato e, soprattutto, di soluzioni energetiche alternative a quelle proposte da Mosca: l’Europa più che mai deve essere compatta nell’adottare una linea comune e “stringere la cinghia” in modo unitario.

(Leggi anche: Crisi climatica, le pubblicità di automobili e di voli aerei ci allontanano dagli obiettivi di riduzione delle emissioni)

Per provare a muovere in questa direzione, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha condiviso alcuni punti da mettere in pratica per ridurre subito la domanda di petrolio e gas naturale rivolta alla Russia: tra questi il miglioramento delle reti locali di trasporto pubblico (per ridurre il ricorso all’auto privata), la riduzione dei limiti di velocità sulle strade e la diminuzione dei voli d’affari.

Tuttavia, secondo gli autori del report, queste misure ridurrebbero la domanda di gas di circa 2,7 milioni di barili al giorno – un quantitativo irrisorio rispetto al totale delle esportazioni di Mosca. Insomma, c’è bisogno di un impegno molto più consistente e arrivare a ridurre almeno di un quarto i guadagni della Russia legati alla vendita di combustibili.

Da qui arriva la proposta di vietare ogni tipo di volo all’interno dei confini europei e di limitare l’uso dell’auto privata solo ai grandi spostamenti fra città, vietandolo sul territorio urbano: questi due grandi “blocchi”  potrebbero raddoppiare la riduzione del consumo di petrolio oltre a quella proposta dall’IEA.

QUI è possibile leggere il report completo.

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Fonti: The Guardian / Swich off Putin

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