Due italiani rubano oltre 900 cactus rarissimi del deserto di Atacama per il mercato nero

Due uomini sono accusati di traffico illegale di cactus rari dal Cile all’Europa: ne hanno sradicati oltre 900 rischiando di compromettere la specie

Un’organizzazione italiana per la conservazione della biodiversità ha citato in giudizio due uomini accusati di traffico illegale di cactus rari dal Cile all’Europa, per il danno arrecato ai loro sforzi di protezione. I due sono sotto processo in Italia, accusati di bracconaggio e contrabbando di alcuni dei cactus più minacciati provenienti dal deserto di Atacama.

La Procura di Ancona sostiene che uno di loro abbia sradicato oltre 900 cactus durante vari viaggi in Cile, in violazione delle leggi italiane che attuano la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES).

L’indagine, nota come Operazione Atacama, ha portato alla scoperta di cactus dei generi Eriosyce e Copiapoa nella casa di un sospetto ad Ancona. Questi esemplari, molto richiesti sul mercato nero, venivano spediti dal Cile a contatti in Grecia e Romania, prima di essere inviati in Italia per la vendita a collezionisti in Europa e Asia.

C’è il rischio di provocare l’estinzione di specie rare

La restituzione dei cactus al loro habitat naturale ha richiesto una complessa collaborazione tra le autorità cilene, italiane, l’UE e l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). L’Associazione per la Biodiversità e la sua Conservazione (ABC), guidata da Andrea Cattabriga, ha giocato un ruolo cruciale in questo processo.

Cattabriga, esperto di cactus, ha coordinato la logistica e l’imballaggio necessari per riportare in sicurezza le piante in Cile. Cattabriga ha sottolineato l’impatto devastante del commercio illegale di cactus sulla biodiversità. Anche la raccolta di pochi esemplari si può rischiare l’estinzione di specie rare e compromettere l’ecosistema del deserto, un ambiente già di per sé molto fragile e complesso.

ABC ha ora ottenuto il permesso di presentare una causa civile nel processo penale, sostenendo che il bracconaggio e il contrabbando abbiano danneggiato i loro sforzi di conservazione. Questa azione legale è supportata dall’ONG Conservation Litigation, che fornisce assistenza legale e scientifica.

Maribel Rodriguez Valero, co-fondatrice di Conservation Litigation, ha spiegato che le richieste di risarcimento per danni morali stanno iniziando a essere utilizzate anche nei crimini legati al commercio di fauna selvatica. La prossima udienza del caso è stata rinviata a ottobre. Se i due saranno giudicati colpevoli, si discuterà il risarcimento dovuto ad ABC, che userà i fondi per sostenere ulteriori attività di conservazione dei cactus. Conservation Litigation mira a stabilire un precedente legale per cui chi danneggia un ecosistema sia ritenuto responsabile del suo ripristino.

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Fonte: Conservation-Litigation, Abc

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