Disastro ambientale nel Mediterraneo: tonnellate di petrolio fuoriuscito da una centrale elettrica stanno raggiungendo le coste di Cipro

Per Cipro sono ore di angoscia: 15mila tonnellate provenienti da una centrale elettrica siriana stanno per raggiungere le coste del Paese

Per Cipro sono ore di angoscia: 15mila tonnellate provenienti da una centrale elettrica siriana stanno per raggiungere le coste del Paese. Si preannuncia un altro disastro ambientale nel Mar Mediterraneo

Un’inquietante marea nera, provenienti dalla Siria, si sta avvicinando sempre di più alle coste di Cipro. Si tratta di ben 15mila tonnellate di petrolio fuoriuscito da una centrale elettrica siriana della città di Baniyas, probabilmente a causa di un guasto. E adesso si teme l’ennesimo disastro ambientale nel Mar Mediterraneo, dopo quello provocato da una petroliera al largo di Israele, soltanto sei mesi fa.

Entro 24 ore l’enorme chiazza di greggio, grande circa 800 km quadrati (copre un’area estesa quanto tutto il territorio New York City), dovrebbe raggiungere le coste della parte nord-orientale di Cipro, sotto il controllo della Turchia dal 1974.

Gli interventi per limitare gli impatti sull’ecosistema

Per limitare i danni le autorità turco-cipriote sono già intervenute inviando due navi, pronte a recuperare il petrolio, e costruendo una barriera di circa 400 metri al largo della penisola di Karpas per evitare che la marea nera riesca a raggiungere le aree più incontaminate.

E anche se il ministro dell’Ambiente cipriota Costas Kadis è intervenuto assicurando che la situazione al momento è sotto controllo, la catastrofe sembra già annunciata.

È un completo disastro per l’ecosistema marino – ha dichiarato il capo della camera degli ingegneri ambientali  Cemaliye Özverel Ekinci. Questo problema non è solo un problema che riguarda Cipro del Nord. Dobbiamo agire insieme al Sud.

Purtroppo, però, navi e barriere non basteranno per scongiurare le terribili conseguenze provocate dallo sversamento di petrolio sul delicato ecosistema marino.

A confermarlo è il ministro del Turismo e dell’Ambiente di Cipro del Nord Fikri Ataoglu, che ha dichiarato che il petrolio finito in mare “lascerà cicatrici molto profonde ovunque andrà a causa della portata della perdita”.

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Fonti: Cyprus News Agency/Anadolu

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