Da Taylor Swift a Jeff Bezos, chi sono gli anti-eroi del clima (che usano jet privati e poi fanno greenwashing)

Sono molti i personaggi famosi che non sono propriamente degli angeli in fatto di emissioni, soprattutto per l'uso che fanno di jet privati. Tanti ricorrono alla compensazione delle emissioni di anidride carbonica, in una corsa al greenwashing del tutto personale. Ma quanto è efficace?

Le star più influenti e potenti del mondo dettano regole, stili e abitudini. Non è una novità, è sempre accaduto, ma quando si comincia a parlare di crisi climatica le cose devono necessariamente prendere una piega differente.

È il caso di tantissimi personaggi dello star system che per anni hanno utilizzato o ancora utilizzano jet privati e per anni hanno ricevuto ragionevoli critiche per il loro impatto ambientale. Ma pare che quelle celebrità abbiano trovato una soluzione per contenere i loro danni ambientali (più che altro di “immagine”): acquistare crediti per compensare le proprie emissioni.

Leggi anche: Compensare le emissioni con progetti di tutela ambientale: ma è davvero così o una truffa climatica?

Ma è sufficiente? O si tratta solo di un modo per fare greenwashing?

Le celebrità e le loro emissioni

L’uso dei jet privati produce una quantità senza uguali di emissioni di anidride carbonica. Il loro numero è più che raddoppiato negli ultimi venti anni e, quanto a Europa e Italia, da quanto emerso da un report di Greenpeace, nel 2022 i voli dei jet privati nel nostro Continente sono più che raddoppiati rispetto al 2021. Ciò ha contribuito a rilasciare emissioni di CO₂ pari a quelle di 555mila residenti sul territorio europeo.

Ne abbiamo parlato qui: Cento attivisti per l’ambiente bloccano la più grande fiera europea di jet privati: “Basta mezzi ultra-inquinanti che alimentano disuguaglianze”

Inoltre, sempre nel 2022, circa un volo privato su 10 in Europa è partito proprio dall’Italia, che si classifica come quarta nazione europea per numero di voli di jet privati, con 55.624 voli effettuati ed emissioni di CO₂ pari a quelle prodotte in media da oltre 50mila cittadini nell’arco di un anno.

Quanto agli Stati Uniti, invece, dove si concentra gran parte delle star di cui sopra, uno studio dell’Institute for Policy Studies (IPS) ha dimostrato che circa il 50% delle emissioni legate all’aviazione sono prodotte dagli individui più ricchi. Questi super-ricchi sono in gran parte anonimi magnati d’affari, ma tra loro ci sono anche molte delle star più amate dal pubblico. La popstar Taylor Swift, per esempio, è in testa alla lista delle personalità più inquinanti nel 2022 e, secondo la società Yard, avrebbe emesso 8.300 tonnellate cube (1.184 volte di più rispetto all’impronta di una persona media). La Swift non è certo l’unica: secondo uno studio condotto dal The Guardian, 200 persone hanno prodotto, secondo le stime, 415.518 tonnellate di CO2 tramite a 44.739 viaggi in jet privato nel solo 2023. Si tratta dell’equivalente delle emissioni di circa 40.000 britannici in un anno medio.

Tra le persone citate nella lista ci sono Jeff Bezos, papà di Amazon, e le star dei rock Rolling Stones, ma altre personalità del mondo dello spettacolo che hanno sempre dichiarato di avere a cuore le questioni ecologiche.

Le celebrità e il loro greenwashing

Ma in un’epoca in cui la reputazione ambientale è particolarmente importante per le star, far sapere che stai inquinanando oltremodo corrisponde più o meno a una macchia da dover eliminaree. Ragione per cui, per esempio, il manager della Taylor Swift ha dichiarato di aver “acquistato più del doppio dei crediti di carbonio necessari per compensare tutti i viaggi del tour“.

Tradizionalmente, ricordiamolo, la compensazione consiste nell’acquisto di crediti certificati da un organismo affidabile (governativo o indipendente) per finanziare diverse iniziative volte a ridurre la CO2 nell’atmosfera. Tra queste vi sono gli investimenti in energie rinnovabili, come l’energia solare, idroelettrica ed eolica, la riforestazione e la conservazione oppure progetti volti ad aiutare le comunità più povere a ridurre le proprie emissioni, ad esempio fornendo acqua pulita alle famiglie in Etiopia.

Personaggi super ricchi al pari delle compagnie aeree, per intenderci, che offrono spesso la possibilità di compensare le miglia percorse in aereo.

La compensazione è solo ambientalismo di facciata?

In molti non sono convinti che la compensazione delle emissioni di carbonio sia la strada da seguire per un mondo più verde, dal momento che il problema principale è che, nonostante i potenziali benefici di molti dei metodi impiegati nella compensazione, alla fine non si risolve il problema alla radice: il rimboschimento, ad esempio, può essere utile, ma non c’è alcuna garanzia che i nuovi alberi piantati vengano mantenuti, soprattutto in Paesi con paesaggi politici instabili.

È difficile dimostrare, insomma, se le compensazioni funzionano davvero. La soluzione, piuttosto, sarebbe soltanto una: evitare o ridurre le emissioni piuttosto che cercare di compensarle in seguito.

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