Con colate di cemento e scarichi illeciti stiamo distruggendo le nostre coste: la lista delle Regioni più minacciate

Anno dopo anno, stiamo divorando le nostre meravigliose coste e contaminando il nostro mare. I numeri dei reati ambientali, come la pesca di frodo e l'abusivismo edilizio, sono inquietanti: nel 2022 è stato accertato un illecito ogni 115 metri di litorale!

Dovremmo batterci ogni giorno per tutelare il prezioso patrimonio marino, invece perseveriamo devestandolo e violandolo in modo sempre più pesante. È una fotografia terribile quella restituita dal report annuale “Mare Monstrum” di Legambiente, presentato in occasione dell’anniversario di morte del coraggioso sindaco e attivista Angelo Vassallo (ucciso nel 2010): i reati ambientali accertati che interessano le nostre coste sono stati ben 19.530 durante il 2022, con un aumento el 3,2% rispetto al 2021.

Praticamente a seguito di oltre controlli svolti dalle forze dell’ordine, è stata registrata l’impressionante  media di 8,7 infrazioni per ogni km di costa; una ogni 115 metri. In totale, invece, sono stati ben 4.444 gli illeciti amministrativi, con un balzo del 13,1%.

A minacciare il mare e i litorali abitazioni abusive, l’inquinamento, i cattivi sistemi di depurazione ma anche la pesca illegale.

I reati più frequenti

Nel 2022 a dominare sono i reati legati al ciclo illegale del cemento (dalle occupazioni di demanio marittimo alle cave illegali, dagli illeciti negli appalti per opere pubbliche fino all’abusivismo edilizio) che rappresentano da soli il 52,9% del totale degli illeciti (10.337). A seguire troviamo vari fenomeni d’illegalità, dalla maladepurazione allo smaltimento dei rifiuti, che Legambiente classifica con la voce “mare inquinato” con 4.730 illeciti penali.

La maladepurazione resta una delle principali emergenze croniche da affrontare. – scrive Legambiente nel report –Ancora oggi, infatti, sono quattro le procedure d’infrazione decise dall’Unione europea e attive nei confronti dell’Italia in tema di collettamento, fognatura e depurazione. Nelle scorse settimane, dopo mesi di inspiegabili ritardi, è stato nominato il nuovo commissario straordinario per la depurazione. A lui Legambiente chiede continuità col lavoro fatto dal precedente commissario, un piano nazionale per la depurazione con più risorse economiche e il completamento veloce degli interventi sulla rete.

Altra nota dolente è rappresentata dalla pesca di frodo, che devasta gli ecosistemi marini: nel 2022 i reati accertati arrivano a quota 3.839.

Durante lo scorso anno sono state oltre 400 le tonnellate complessive di prodotti ittici sequestrate, quasi 1.097 chilogrammi al giorno: la Sicilia primeggia, con oltre 129 tonnellate, mentre le prime cinque Regioni (Sicilia, Puglia, Liguria, Veneto e Toscana) coprono oltre il 76,3% dei sequestri effettuati lo scorso anno. Se leggiamo il dato per km di costa, in testa Veneto e Liguria, rispettivamente con oltre 188 e 120 kg per chilometro di costa, mentre saltano agli occhi regioni con importanti tratti costieri e numeri di prodotti ittici sequestrati molto al di sotto della media nazionale, pari a 54 kg per km.

Infine, ammontano a 624 le violazioni del Codice della navigazione relative alla nautica da diporto, anche in aree protette, un dato in netta crescita rispetto ai 210 del 2021 (+197,1%), con 286 persone denunciate/ arrestate e 329 sequestri. Le diverse filiere delle illegalità ambientali hanno anche un forte impatto economico: il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative è stato nel 2022 di oltre 486 milioni di euro (in calo del -22,3% rispetto al 2021).

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Le Regioni dove le coste sono più a rischio

Ma in quale aree della penisola il mare e le coste sono state maggiormente violatoe? Da quanto emerge dal report di Legambiente, il 48,7% dei reati è stato accertato nelle quattro Regioni del Centro Sud a tradizionale presenza mafiosa:

  • Campania: 3.345 reati, pari al 17,1% del totale nazionale
  • Puglia: 2.492 reati
  • Sicilia: 2.184
  • Lazio: 1.741
  • Calabria: 1.490 reati

Invece, la Toscana occupa la sesta posizione per illeciti penali (1.442), ma è al secondo posto dopo la Campania come illeciti amministrativi (4.392), seguita dalla Sicilia (4.198 illeciti e ben 8.712 sanzioni). Per quanto riguarda la classifica delle infrazioni per km di costa, la Basilicata si conferma come prima Regione per la cifra di reati e illeciti amministrativi accertati (32,7 per ogni km) seguita quest’anno dall’Emilia-Romagna, con 29,1 infrazioni (era al quarto posto nel 2021), dal Molise (28), dall’Abruzzo (27,8) e dal Veneto, con 24 reati e illeciti amministrativi per ogni chilometro.

Le proposte a favore di una maggiore tutela del patrimonio ambientale

Non possiamo più assistere a questo vergognoso deturpamento del nostro patrimonio ambientale. Per spingere il Governo a tutelarlo in modo più efficace Legambiente ha presentato 8 proposte da attuare:

  1. ripristinare, se necessario anche con modifiche normative, l’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020 che affida ai Prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni;
  2. rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo;
  3. rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei rifiuti (gestione fanghi di depurazione);
  4. efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura, superando gli ostacoli normativi nazionali (DM 4 185/2003) con l’attuazione del regolamento UE 741/2020;
  5. migliorare e rendere più efficienti ed omogenei i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra (SNPA), approvando i decreti attuativi della legge 132 del 2016;
  6. regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;
  7. promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore tutela del mare e della costa;
  8. attuare da parte del governo e del Parlamento adeguati interventi normativi contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata.

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Fonte: Legambiente

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