“Non abbiamo più tempo”: il report finale sul clima dell’IPCC è arrivato (e il verdetto degli scienziati è impietoso)

L'IPCC ha appena pubblicato l'atteso report che ci mette in guardia sugli scenari catastrofici che ci attendono, spingendo le istituzioni a prendere provvedimenti al più presto per superare l'era dei combustibili fossili e frenare il riscaldamento globale. Il verdetto degli scienziati è impietoso: mentre i leader politici restano a guardare e si riempiono la bocca di bla bla bla, il nostro Pianetà diventa sempre più invivibile. Quanti altri studi dovremo ancora aspettare per capire che bisogna agire subito prima che l'umanità sia definitivamente spacciata?

Il tempo per agire è ormai quasi scaduto: il nostro Pianeta non si salverà grazie a discorsi già sentiti e risentiti, non accompagnati da azioni. Bisogna attivarsi non domani o dopodomani. Ora. Non c’è un minuto da perdere. A ribadire l’urgenza di combattere i cambiamenti climatici è il sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), che mette nero su bianco una serie di dati allarmanti che ci toccano da vicino, nessuno escluso.

“L’umanità è in bilico su un sottile strato di ghiaccio, che si sta sciogliendo velocemente”: è il monito lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel corso della presentazione del lavoro. “Gli esseri umani sono responsabili di quasi tutto il riscaldamento globale degli ultimi 200 anni. – prosegue Guterres – La bomba climatica scandisce i secondi. Ma il rapporto Ipcc di oggi è una guida pratica per disinnescare la bomba a orologeria climatica. È una guida di sopravvivenza per l’umanità.

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Il riscaldamento globale fa sempre più paura

Uno dei dati più inquietanti contenuti nella relazione è quello relativo al riscaldamento globale: più di un secolo di sfruttamento di combustibili fossili e di uso scriteriato dell’energia e del suolo ha portato a un aumento delle temperature di 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali. Questa situazione ha innescato un incremento di meteorologici estremi, più frequenti e intensi, che hanno causato danni alla natura e alle persone in ogni area del mondo.

Le emissioni globali registrate tra il 2010 e il 2019 sono state più alte di qualsiasi altro decennio della dell’u0mo. Gli autori del report, che fa una sintesi dei precedenti rapporti, sottolineano che la crisi climatica è una crisi dell’umanità e che siamo sempre più vicini al superamento della fatidica soglia di 1,5 °C. 

“Il cambiamento climatico sta sferrando i suoi colpi più duri alle comunità vulnerabili che hanno meno responsabilità, come abbiamo visto con il ciclone Freddy in Malawi, Mozambico e Madagascar e le inondazioni improvvise in Turchia, che hanno ucciso centinaia di persone” evidenziano gli scienziati che si sono riuniti nella 58esima sessione dell’IPCC, tenutasi a Interlaken, in Svizzera

Metà della popolazione mondiale vive in aree altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici

In un modo o nell’altro facciamo tutti i conti con le conseguenze dei cambiamenti del clima Ma a pagare lo scotto più alto sono innanzitutto le popolazioni già messe in ginocchio dalla povertà e altri problemi economici, sociali e politici. Oggi non si può più parlare di giustizia senza far riferimento anche a quella climatica.

La giustizia climatica è fondamentale perché coloro che hanno contribuito meno al cambiamento climatico sono colpiti in modo sproporzionato – commenta Aditi Mukherji, direttrice del Climate Change Impact Platform e una dei 93 autori del report. – Quasi la metà della popolazione mondiale vive in regioni altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici. Nell’ultimo decennio, i decessi per inondazioni, siccità e tempeste sono stati 15 volte superiori nelle regioni altamente vulnerabili.

Le azioni da intraprendere con urgenza

L’obiettivo che l’umanità deve provare a raggiungere a tutti i costi è quello di riuscire a tagliare le emissioni di gas serra del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035 per raggiungere lo zero netto entro la metà del secolo, evitando così che le temperature globali superino il pericoloso punto di non ritorno di 1,5°C.

Al momento le politiche messe in atto dai vari Paesi non si rivelano insufficienti per salvare il Pianeta dall’orlo della catastrofe climatica. Eppure, secondo il team di scienziati che ha redatto il rapporto, abbiamo a disposizione diverse opzioni “fattibili ed efficaci” per ridurre le emissioni inquinanti.

L’integrazione di un’azione climatica efficace ed equa non solo ridurrà le perdite e i danni per la natura e le persone, ma fornirà anche benefici più ampi – ha sottolineato il presidente dell’IPCC Hoesung Lee. – Questo rapporto di sintesi ribadisce l’urgenza di intraprendere azioni più ambiziose e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti.

Per combattere l’avanzare della crisi climatica serve l’impegno di tutti. Bisogna rivedere il nostro modo di vivere, produrre e consumare.

Ad esempio, l’accesso all’energia e alle tecnologie pulite migliora la salute, soprattutto di donne e bambini; – si legge nel report –l’elettrificazione a basse emissioni di carbonio, gli spostamenti a piedi e in bicicletta e i trasporti pubblici migliorano la qualità dell’aria, la salute e le opportunità di lavoro e garantiscono l’equità. I benefici economici per la salute delle persone derivanti dal solo miglioramento della qualità dell’aria sarebbero all’incirca uguali, o forse addirittura superiori, ai costi per ridurre o evitare le emissioni.

Se continueremo a procrastinare ancora con l’adozione di misure a favore della tutela dell’ambiente, firmeremo la nostra stessa condanna a morte…

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Fonte: IPCC 

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