Quasi 100% di rinnovabili e deforestazione annullata, il Costa Rica è il nostro faro di speranza (dopo il report allarmante dell’IPCC)

Con poco più di 5 milioni di abitanti, questo Paese centroamericano a cavallo tra due oceani è un laboratorio globale per la decarbonizzazione e la conservazione della biodiversità. E a poche ore dal nuovo rapporto scientifico sul clima del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite ha una marea di roba da insegnarci

Dopo una settimana di negoziati a Interlaken, in Svizzera, è stato approvato il rapporto di sintesi Ipcc 2023, stilato dall’Intergovernmental panel on climate change, Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico. Risultato? Le emissioni globali tra il 2010 e il 2019 sono state più alte di qualsiasi altro decennio della storia umana e circa 3,5 miliardi di persone vivono in contesti altamente vulnerabili al cambiamento climatico.

Una serie di dati negativi e numeri a ribasso che riguardano più o meno tutti i Paesi del mondo. Tranne uno. Se la maggior parte dei Paesi del globo è infatti in difficoltà, alcuni ci mostrano che tutto è possibile. E uno di quelli è la Costa Rica che, con i suoi soli 51.179 km quadrati, assurge a modello globale per le sue azioni per il clima.

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In realtà, è già da qualche anno che la Costa Rica si annovera tra i Paesi più green e felici al mondo, ma ora è pronta a scalzare chiunque a darci lezioni di vivere sostenibile.

Il rapporto IPCC

Il Sesto Rapporto Sintetico di Valutazione dell’IPCC (AR6) sottolinea le riduzioni delle emissioni necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici intermedi: ridurre le emissioni di gas serra del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035 per raggiungere lo zero netto entro la metà del secolo ed evitare che le temperature globali superino il pericoloso punto di non ritorno di 1,5°C. 

Il rapporto sottolinea anche come le politiche attuali siano del tutto insufficienti rispetto al raggiungimento di questi obiettivi.

Il caso Costa Rica

Con poco più di 5 milioni di abitanti, questo Paese a cavallo tra due oceani è un laboratorio globale per la decarbonizzazione e la conservazione della biodiversità. Il Costa Rica è riuscito a raggiungere il 99% di fonti energetiche rinnovabili e a invertire il processo di deforestazione fino a costituire immensi pozzi di carbonio, in un Paese ricoperto di oltre il 50% delle foreste tropicali.

Ha inoltre ricevuto il premio Champions of the Earth 2019, il più prestigioso riconoscimento ambientale concesso dalle Nazioni Unite, per il suo ruolo nella protezione della natura e il suo impegno in politiche ambiziose per combattere il cambiamento climatico.

In particolare, la nazione centroamericana ha elaborato un piano dettagliato per decarbonizzare la sua economia entro il 2050, in linea con l’accordo sul clima di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, attraverso trasporti pubblici puliti, città intelligenti, una sana gestione dei rifiuti, un’agricoltura sostenibile e una logistica innovativa.

L’obiettivo è raggiungere emissioni nette zero entro il 2050, il che significa che il Paese non produrrà più emissioni di quelle che può compensare attraverso azioni come il mantenimento e l’espansione delle sue foreste.

Nel 2017, il Paese ha funzionato per un record di 300 giorni esclusivamente con energia rinnovabile. L’obiettivo è raggiungere il 100% di elettricità rinnovabile entro il 2030. Il ruolo pionieristico del Costa Rica nella promozione delle tecnologie pulite e della sostenibilità è tanto più notevole per il fatto che il Paese di circa 5 milioni di persone produce solo lo 0,4% delle emissioni globali.

Nel 2010, infine, il Costa Rica ha ricevuto il Future Policy Award dal World Future Council in riconoscimento della sua legge sulla biodiversità del 1998, considerata un modello da seguire per altre nazioni.

Il successo del Costa Rica nel porre le preoccupazioni ambientali al centro delle sue politiche dimostra che la sostenibilità è realizzabile ed economicamente fattibile. Non ci vuole poi molto a seguire una serie di buone “regole” per la vera transizione ecologica.

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