Dopo essere stata portata via dalla polizia a Lützerath, Greta Thunberg lancia una petizione contro le lobby fossili

“Vanessa from Uganda, Greta from Sweden, Helena from Ecuador, Luisa from Germany”, si firmano così le 4 ambientaliste che in Svizzera lanciano un appello urgente a Big oil: interrompete immediatamente l’apertura di nuovi siti di estrazione di petrolio, gas o carbone

Lo scenario simbolo è poco più a Nord, a Lützerath, il borgo tedesco abbandonato dove da giorni gli attivisti affrontano a muso dure le forze dell’ordine per dire no all’ennesima miniera. E proprio lo stop alle estrazioni è quello che invocano a gran voce a Davos al 20esimo World economic forum Vanessa Nakate, Greta Thunberg  – che era appena passata per Lützerath, Helena Gualinga e Luisa Neubauer.

Dalla Svizzera, hanno scritto agli attivisti climatici e non di tutto il mondo per chiedere di firmare una petizione urgente rivolta agli  amministratori delegati delle compagnie fossili.

Quando è troppo è troppo! – scrivono. Per decenni, i CEO delle Big Oil and gas hanno fuorviato l’opinione pubblica sull’impatto mortale della combustione di combustibili fossili che stanno cuocendo il nostro Pianeta. Ora stiamo assistendo a inondazioni micidiali, siccità mortali e foreste pluviali in fiamme. I principali amministratori delegati si incontreranno in un importante business summit sulle montagne svizzere, fingendo di prendersi cura del pianeta, mentre trivellano nuovi giacimenti di petrolio e gas e guadagnano miliardi.

Ci recheremo in Svizzera nei prossimi giorni, portando una lettera “cessa e desisti” agli amministratori delegati del petrolio e gas, chiedendo loro di interrompere qualsiasi nuovo progetto di petrolio e gas. Unisciti a noi: facciamo in modo che milioni di noi parlino e mostriamo loro che vediamo attraverso le loro bugie. Aggiungi il tuo nome ora!

Il testo della petizione ai CEO:

Questo avviso di Cease and Desist è per chiedervi di interrompere immediatamente l’apertura di nuovi siti di estrazione di petrolio, gas o carbone e di smettere di bloccare la transizione verso l’energia pulita di cui tutti abbiamo urgentemente bisogno. Sappiamo che le Big Oil: Sapevano da decenni che i combustibili fossili causano cambiamenti climatici catastrofici. Hanno ingannato l’opinione pubblica sulla scienza climatica e sui rischi. I politici ingannati con la disinformazione seminano dubbi e provocano ritardi. Dovete porre fine a queste attività poiché violano direttamente il nostro diritto umano a un ambiente pulito, sano e sostenibile, i vostri doveri di cura, nonché i diritti delle popolazioni indigene. Se non agite immediatamente, tenete presente che i cittadini di tutto il mondo prenderanno in considerazione l’idea di intraprendere qualsiasi azione legale per ritenervi responsabili. E continueremo a protestare in gran numero per le strade».

Rivolte ad attivisti e cittadini, Vanessa dall’Uganda, Greta dalla Svezia, Helena dall’Ecuador, Luisa dalla Germania, concludono:

Sembra estremamente difficile mantenere viva la speranza di fronte alla devastazione climatica in tutto il mondo: da milioni di persone sull’orlo della fame nell’Africa orientale, alla distruzione dilagante della foresta pluviale amazzonica. Ma la nostra speranza risiede nelle persone, nei milioni di noi che sono determinati a riunirsi e chiedere ai leader aziendali e politici di agire. E’ ora di mettere in guardia questi amministratori delegati, mostrando loro che il 2023 sarà un momento di svolta per la responsabilità. Facciamolo, insieme.

QUI la petizione.

Post scriptum, cosa è successo a Greta in Germania?

Dicevamo della presenza della Thunberg a Luetzerath per protestare al fianco di centinaia di attivisti contro la demolizione del villaggio per lasciare spazio alla miniera di carbone a cielo aperto di Garzweiler 2. Ebbene, lì la giovane attivista svedese è stata fermata, identificata e subito rilasciata dalla polizia tedesca, che non avrebbe effettuato alcun arresto.

Lo scorso fine settimana la polizia antisommossa aveva già allontanato gli attivisti dagli edifici del villaggio, lasciandone solo alcuni tra gli alberi e un tunnel sotterraneo, ma i manifestanti, tra cui la stessa Greta, sono rimasti nel sito inscenando un sit-in fino a martedì.

Greta Thunberg faceva parte di un gruppo di attivisti che si sono precipitati verso il cornicione. Tuttavia, è stata poi fermata e portata da noi con questo gruppo fuori dall’area di pericolo immediato per stabilire la loro identità – ha dichiarato un portavoce della polizia di Aquisgrana, aggiungendo che un attivista si era gettato nella miniera. Thunberg è stata portata via da tre poliziotti e trattenuta da un braccio in un punto più lontano dal bordo della miniera dove era precedentemente seduta con il gruppo. È stata poi scortata verso i furgoni della polizia.

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Fonte: AVAAZ

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