Collette Divitto, l’imprenditrice di successo con sindrome di down che sfida i pregiudizi grazie ai biscotti

Ha avviato un business di successo ma anche programmi per aiutare persone con disabilità ad accedere al mondo del lavoro

La ricerca del lavoro è spesso un’impresa: a volte perché non si hanno abbastanza esperienze, a volte perché sono “troppe”, altre perché i pregiudizi frenano ogni apertura nei confronti di chi, ad esempio, ha la sindrome di down.

Collette Divitto, classe 1990, di “no” ne ha ricevuti molti proprio per quest’ultimo motivo. Eppure lei voleva solo fare una cosa: cucinare biscotti, la sua più grande passione. Forte di un ambiente domestico di grande supporto, questa giovane donna riesce a invertire la rotta. I suoi biscotti a base di cannella e scaglie di cioccolato, apprezzati dai familiari diventano poi i preferiti di una pasticceria locale di Ridgefield, Connecticut, che ne ordina in numeri notevoli.

Questi “Amazing Cookies” oltre all’aiuto della mamma, Rosemary Alfredo, sono i due pilastri della nuova vita da imprenditrice di Collette. Rosmary segue tutte le fasi della costituzione della startup fino alla costruzione del sito. Nel 2016 apre Colletty’s Cookies, l’attività che permette a questa giovane donna di sfornare e vender i suoi biscotti e che ha fatturato in questi anni1,2 milioni di dollari senza aiuti finanziari esterni.

 

 

Un’attività di successo che le consente anche di offrire lavoro a diverse persone, anche con disabilità, impegnate dalla cucina all’amministrazione, perché nessuno deve restare indietro, nessuno deve essere discriminato sulla base di un pregiudizio. Per questo ha avviato anche il Collettey’s Leadership Programs con workshop e tutoraggi per aiutare chi ha necessità a prepararsi al mondo del lavoro; ha scritto libri per bambini e è protagonista di documentari come Born for Business, una docu-serie sugli imprenditori con disabilità.

Collette è stata intervistata da giornali e tv per parlare della sua storia ma anche per sottolineare la disparità nel mondo de lavoro statunitense dove, nel 2020, erano impiegate solo il 17,9% delle persone con disabilità.

In Italia? La norma più recente per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità è la legge n.68 del 1999 che ha introdotto il collocamento mirato al posto del collocamento obbligatorio. Come riporta l’ultimo rapporto ISTAT, nel 2019 risulta occupato solo il 32,2% di coloro che soffrono di limitazioni gravi contro il 59,8% delle persone senza limitazioni in una popolazione tra i 15 e i 64 anni.

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FONTI: Collettys’ cookies; ISTAT

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