La bufala della forte scossa che arriverà entro 48h. Quello che ha realmente detto il sismologo

#Terremoto: è in arrivo un evento catastrofico entro 48 ore? Storia di una squallida bufala nata solo per attrarre clic.

#Terremoto: è in arrivo un evento catastrofico entro 48 ore? Storia di una squallida bufala nata solo per attrarre clic.

Il fatto è questo: il Centro Italia è tornato a tremare. Dal 27 ottobre scorso fino a ieri mattina, dopo il devastante terremoto di quest’estate che ha raso al suolo Amatrice, c’è stato un susseguirsi di scosse più o meno forti che ha buttato giù, in ultimo, la meravigliosa cittadina di Norcia.

Ed è così che sono rimbalzati agli onori delle cronache veri e propri allarmismi: giornalisti che hanno dato (anche) titoli sensazionali, ripresi poi, ovvio, da altri media. Ed è così che ha preso a girare sui social l’allarme lanciato da un sismologo che avrebbe terrorizzato l’Italia prevedendo una scossa disastrosa.

Il sismologo in questione è Giampaolo Giuliani, protagonista di articoli in cui dichiara che “ci sarà stata una scossa di M. 7.5 entro 48h”.

In realtà, non è questo quello che ha detto realmente.

Giuliani stesso racconta che la domanda era stata: “dopo questa scossa quanto ci vorrà per sapere se è la scossa più forte?”. E lui aveva dato un range di 24-48 ore.

E alla domanda quanto quella faglia potesse rilasciare, il sismologo aveva risposto tra il “6.5/7.5”.

Da qui alla bufala il passo è breve: per molti giornali Giuliani avrebbe dichiarato che si verificherà un evento catastrofico entro 48 ore. Il panico? Sì, se i giornalisti non fanno il loro lavoro correttamente e coscienziosamente.

Il terremoto, nel modo in cui siamo “costretti” a viverlo nel Belpaese, è già di per sé un evento catastrofico. Fa crollare gli animi, prima che le case. Fa perdere tutto, la propria attività, la propria dignità. Generare l’allarme che la cosa possa accadere in maniera ancora più devastante, come se il peggio dovesse ancora arrivare, produce solo angosce su angosce, inutili e controproducenti.

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Quello che dovremmo fare, noi giornalisti, è informare in modo corretto e, laddove non ci sono notizie certe, parlare per ipotesi su dati ancora “da confermare”.

Saranno poi gli esperti e soprattutto l’INGV a fornire numeri sempre più precisi.

Germana Carillo

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