Allarme Grande Barriera Corallina: dal 2016 è già al quinto sbiancamento di massa

L'iconica Grande Barriera Corallina australiana sta subendo un altro evento di sbiancamento di massa, un fenomeno che si verifica quando i coralli stressati dal caldo espellono le alghe che danno loro vita e colore. È la quinta volta in otto anni che vengono rilevati danni estesi al sito patrimonio mondiale dell’UNESCO

È il quinto evento di sbiancamento in soli otto anni (dal 2016), il settimo dal 1998: è questo che accade alla Grande Barriera Corallina quando le temperature dell’oceano continuano a battere i record.

A confermarlo sono le analisi dell’Autorità governativa del parco marino che, insieme agli scienziati dell’Australian Institute of Marine Science, hanno completato le indagini aeree su oltre 300 barriere coralline inshore, midshelf e offshore, da Cape Melville a nord di Cooktown fino a nord di Bundaberg, confine meridionale del Parco Marino.

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Estendendosi per oltre 2.300 km al largo della costa nord-orientale dell’Australia, la Grande Barriera Corallina è la barriera più grande del mondo (è composta da circa 3mila barriere coralline individuali) e uno degli ecosistemi con la maggiore biodiversità, dichiarata Patrimonio dell’Umanità da oltre 40 anni per la sua “enorme importanza scientifica e intrinseca“, ma l’UNESCO afferma che l’icona è sotto “seria minaccia”.

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Ora abbiamo un diffuso sbiancamento dei coralli, spesso chiamato “di massa”, in tutte le barriere coralline esaminate, dice Roger Beeden, il capo scienziato della Great Barrier Reef Marine Park Authority, spiegando che lo sbiancamento è stato causato dal riscaldamento globale e dal modello climatico El Niño.

Il diffuso sbiancamento di massa della Grande Barriera Corallina è stato osservato per la prima volta nel 1998 e si è ripetuto nel 2002, 2016, 2017, 2020, 2022 e ora nel 2024. Ma perché accade? I coralli sbiancano a causa delle temperature oceaniche più elevate della media, per cui espellono nel vero senso della parole le alghe che vivono al loro interno e che forniscono loro gran parte dei loro nutrienti e colore.

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Se le temperature scendono, i coralli possono sopravvivere, ma gli scienziati dicono che tendono ad essere più suscettibili alle malattie e hanno difficoltà a riprodursi. In casi estremi di stress da calore, i coralli possono morire.
Secondo quanto dice il The Guardian, a luglio il comitato del Patrimonio Mondiale valuterà se la barriera corallina debba essere inserita in un elenco di siti “in pericolo” dopo le preoccupazioni per gli impatti dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e dei sedimenti che scorrono nelle sue acque.

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Fonte: Coral Gardeners

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