Tornano i pesticidi sulle mele coltivate in questo paese dell’Alto Adige (che li aveva vietati da quasi 10 anni)

La scelta coraggiosa di Malles, in Alto Adige, di vietare i pesticidi nelle coltivazioni locali, è stata ora vanificata dal Consiglio di Stato che ha annullato l'ordinanza del 2015 del Comune, aprendo la strada al ritorno dei fitofarmaci nelle mele

L’utilizzo di pesticidi sulle coltivazioni di mele in Trentino Alto Adige è cosa ormai tristemente nota, ne abbiamo già parlato in diversi articoli. Decisamente meno nota è invece la coraggiosa decisione presa da un piccolo comune dell’alta Val Venosta (provincia autonoma di Bolzano), Malles, che nel 2015 aveva scelto di vietare l’uso di pesticidi sulle coltivazioni locali.

L’ordinanza comunale è stata però ora resa nulla da una sentenza del Consiglio di Stato che di fatto apre la strada al ritorno delle sostanze chimiche nelle coltivazioni di mele locali. Una sentenza che segna la fine di una lunga battaglia legale che ha visto coinvolti diversi attori: gli agricoltori della zona, il Comune di Malles e il movimento ambientalista.

Ma partiamo dall’inizio, la storia del divieto risale al 2014, quando un referendum locale ha visto il 75,8% dei partecipanti esprimersi contro l’uso dei pesticidi. In risposta a questo chiaro messaggio da parte della comunità locale, il Comune di Malles aveva emanato l’ordinanza che però non andava a genio ai coltivatori di mele della zona.

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Nel 2018, il Tribunale amministrativo di Bolzano aveva accolto il ricorso dell’associazione degli agricoltori Bauernbund, portando il Comune ad appellarsi al Consiglio di Stato. Quest’ultimo ha ora respinto l’appello, ribaltando l’ordinanza del 2015. Quanto espresso chiaramente tramite referendum dalla maggioranza della popolazione sembra dunque non essere stato preso minimamente in considerazione.

Il movimento “Malser Weg”, attivo da tempo nella zona per promuovere un cambiamento ecologico, dopo la sentenza ha dichiarato che continuerà a lavorare per un’agricoltura sostenibile e un’economia locale e comunitaria. Johannes Fragner-Unterpertinger, portavoce del movimento, ha sottolineato l’importanza di un’economia basata su principi ecologici e regionali. Nonostante questa sconfitta, dunque, gli attivisti locali non intendono arrendersi.

In Alto Adige, dove oltre 18mila ettari di terreno sono dedicati alla coltivazione delle mele, la decisione del Consiglio di Stato avrà sicuramente un impatto significativo sulla produzione e, considerando già l’alta intensità di pesticidi utilizzati nella regione, questa non è affatto una buona notizia.

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Fonte: Alto Adige

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