Siccità: il Piemonte dichiara allarme rosso e la Lombardia ha finito l’acqua per l’agricoltura

L'Italia è ormai in emergenza idrica a causa della siccità record: in Lombardia l'acqua per uso agricolo è ormai agli sgoccioli e sono crollate le coltivazioni di mais, mentre il Piemonte ha appena dichiarato l'allarme rosso, chiedendo aiuto alla vicina Valle d'Aosta (dove la situazione non è molto più rosea)

L’estate è appena cominciata, eppure il Nord Italia è già in ginocchio per via della siccità record. Mentre il Governo sta preparando un piano per regolare i razionamenti delle risorse idriche, dalla Lombardia ieri è arrivato un annuncio drammatico: l’acqua destinata all’agricoltura è terminata.

Non va affatto meglio in Piemonte, dove ieri è scattato l’allarme rosso per la siccità. La Regione si è persino rivolta alla Valle d’Aosta per chiedere aiuto. Ma anche nella Regione più piccola d’Italia la situazione è critica e il presidente valdostano Erik Laveva0z ha già fatto sapere di non essere in grado di intervenire.

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Agricoltura in ginocchio in Lombardia

In Lombardia l’acqua per il settore agricolo è terminata prima del previsto. A lanciare l’allarme ieri Giovanni Rocchi, il legale rappresentante di Enel, Giovanni Rocchi, in audizione alla commissione congiunta di Agricoltura e Montagna della Regione Lombardia, convocata in via eccezionale per discutere dell’emergenza idrica.

L’acqua è agli sgoccioli: tutta la disponibilità è stata impiegata per coprire la necessità del comparto agricolo nei prossimi 10 giorni – ha dichiarato Rocchi. – È stato fatto tutto il possibile. L’acqua è finita. Tutta quella a disposizione è stata ripartita nel tempo richiesto.

Come spiegato dal Rocchi, per quanto riguarda i laghi della Valcamonica è stato stabilito di rilasciare 900mila metri cubi di acqua medi a settimana, mentre per i fiumi Serio e Brembo la disponibilità data è rispettivamente di 250mila e 200mila metri cubi d’acqua per i prossimi dieci giorni.

Su quanto sta accedendo è poi intervenuto il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, avvertendo:

“Questa situazione sarà ancora gestibile per i prossimi 10, massimo 15 giorni. La situazione è più drammatica di quello che possa apparire”.

La siccità record sta colpendo duramente tutti i raccolti, in particolare quelli di mais, usati come mangime negli allevamenti, come sottolineato dalla Coldiretti.

Fontana ha invitato tutti i cittadini a limitare il consumo di acqua ed evitare gli sprechi:

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Allarme rosso in Piemonte, che chiede aiuto alla Valle d’Aosta

Situazione altrettanto preoccupante in Piemonte, il territorio attualmente più colpito dalla siccità record. Ieri presidente del Piemonte Alberto Cirio ha decretato l’allarme rosso.

Non tratta per il momento di blocchi in via permanente ma di riduzioni del carico di prelievo sul Po – ha chiarito Cirio – Dobbiamo stare molto attenti a salvaguardare l’agricoltura piemontese ed è il motivo per cui abbiamo già attivato non solo un tavolo di crisi permanente che ci permette di avere tutti gli attori della filiera dell’acqua ma, in particolare, di agire con i concessionari dei bacini idroelettrici.

siccità po giugno 2022

@Autorità distrettuale del Fiume Po

Alla luce della grave crisi, Alberto Cirio  ha deciso di chiedere aiuto alla vicina Valle d’Aosta.

Ho anche richiesto al presidente della Valle d’Aosta, così come era avvenuto in passato, di verificare la possibilità di un aiuto perché i danni all’agricoltura rischiano di essere devastanti. – ha fatto sapere – Per questo continuiamo a lavorare su due fronti, nei confronti dello Stato a cui chiediamo lo stanziamento di risorse immediate per aiutare gli agricoltori ma anche cercando le soluzioni all’interno dei nostri bacini.

Dalle autorità valdostane, tuttavia, è arrivata una risposta che ha il sapore di un rifiuto.

La risposta delle autorità valdostane, però, è stata decisamente deludente: il presidente della Valle d’Aosta Erik Lavevaz ha fatto sapere di essere con le mani legate, visto che la siccità ha colpito duramente pure la Regione che amministra.

Ho condiviso con lui i dati che testimoniano come anche la Valle d’Aosta stia riscontrando gravi criticità dovute alla carenza idrica. – ha spiegato Lavevaz – Stiamo effettuando tutti gli approfondimenti del caso, ma credo che le nostre effettive possibilità di intervento in questo campo non possano rispondere a un’emergenza ampia come quella che si sta configurando Noi per primi vediamo i risultati di queste condizioni eccezionali, con i nevai già sciolti come se fossimo ad agosto e temperature altissime anche fino a 4.000 metri. Ci troveremo tutti a dover fare i conti con una carenza idrica importantissima.

Nel bacino del Po la siccità sta avanzando a ritmi velocissimi: il fiume, alle prese con la più grande crisi idrica degli ultimi 70 anni, sta sparendo a vista d’occhio. Andare avanti così non è più possibile. Per questo motivo il Piemonte ha lanciato un appello a Roma per chiedere il riconoscimento dello stato di calamità ed emergenza.

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Fonte: Adnkronos/Autorità Distrettuale del Fiume Po/Regione Lombardia

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