10 proposte (più una) per accelerare la transizione ecologica, dalla legge per il clima alla fiscalità ambientale

Al via Ecomondo con la plenaria di apertura degli Stati Generali della Green Economy: approvate 11 proposte per aumentare i vantaggi economici e diminuire i costi di una economia circolare

Lanciate agli Stati Generali della Green Economy 2023 e approvate dal Consiglio Nazionale della Green Economy 11 proposte concrete per accelerare la transizione ecologica. Da una legge per il clima e per il suolo alla fiscalità ambientale, un iter breve e tempi certi per le autorizzazioni, interventi sull’energia e sulla circolarità di produzioni e consumi, si tratta di misure volte a ridurre i costi e aumentare i vantaggi economici di un’economia decarbonizzata, circolare e rigenerativa.

Utopia? Certo, in un Paese in cui ancora ancora non c’è un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc) o, meglio, c’è ma è ancora in stallo, “sottoposto a procedimento di VAS” (dopo quasi un anno, in pratica, stiamo ancora attendendo la procedura di Valutazione ambientale strategica), risulta difficile pensare che – punto per punto – vengano prese in considerazione proposte atte a ridurre il ricorso a combustibili fossili o a mettere in campo una riforma della fiscalità in direzione ecologica.

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Il quadro complessivo

Secondo le stime preliminari di Ispra, nel 2022 le emissioni di gas serra in Italia sono rimaste sostanzialmente pari ai livelli 2021 (+0,1%). In ottica di decarbonizzazione il trend è del tutto insufficiente. L’andamento stabile delle emissioni nel 2022 è riconducibile, da un lato, alla crescita registrata nei trasporti e nella produzione di energia (rispettivamente +5,5% e +9,6% sul 2021 e dall’altro alla forte contrazione delle emissioni connesse al riscaldamento (-11,3%) e all’industria (-5,9%).

Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Ispra, il 2022 è stato l’anno anno più caldo della serie che parte dal 1961. L’Italia si trova al centro del bacino del Mediterraneo, classificato come “hotspot di cambiamento climatico”, ossia un’area dove l’aumento delle temperature avviene più velocemente rispetto alla media mondiale e gli effetti del riscaldamento globale si manifestano con maggiore intensità. Il 2022 è stato l’anno più secco degli ultimi sessant’anni, con un lungo periodo di siccità, insieme a un aumento di precipitazioni brevi e molto intense che hanno creato danni e alluvioni.

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Nel 2022 il contemporaneo calo delle rinnovabili e dei consumi di energia ha mantenuto stabile al 19% la quota delle rinnovabili in Italia, confermando un trend inadeguato a raggiungere il nuovo obiettivo europeo al 2030 del 42,5% sancito dall’aggiornamento della Direttiva sulle rinnovabili. Nel 2022 le rinnovabili hanno coperto solo il 35% della produzione elettrica nazionale, uno dei valori più bassi degli ultimi dieci anni. La causa principale è da ricondurre al crollo della generazione idroelettrica per la siccità. L’unica fonte rinnovabile in crescita è stata il fotovoltaico (+12% rispetto al 2021), mentre eolico, geotermoelettrico e bioenergie hanno tutte registrato una lieve contrazione.

emissioni italia

©Fondazione per lo sviluppo sostenibile su dati Istat, Ispra e Enea

energia italia

©Fondazione per lo sviluppo sostenibile su dati Istat, Ispra e Enea

Inoltre, il nostro Paese, per conformazione del territorio e collocazione geografica, è naturalmente esposto a ricorrenti crisi idriche determinate sia da precipitazioni troppo intense che da una loro assenza prolungata. Ci troviamo in una nuova fase, di “anormalità climatica permanente”: le misure adottate in passato per contenere le alluvioni e i rischi a esse associati, e per mitigare gli impatti della siccità, non sembrano più in grado di conservare una pari efficacia nel nuovo quadro climatico, caratterizzato da fenomeni sempre più intensi e sempre più frequenti e prolungati.

QUI tutti i dati punto per punto.

Ecco le proposte avanzate agli Stati Generali della Green Economy

1. Semplificare, rendere brevi e certi i tempi per le autorizzazioni. La durata e la complessità delle procedure amministrative rappresentano fattori rilevanti di costo e ostacolo allo sviluppo degli investimenti per la realizzazione e l’esercizio degli impianti per la transizione ecologica

2. Approvare anche in Italia una legge per il clima. In un cambiamento di vasta portata come la transizione climatica ed ecologica, serve un quadro legislativo – certo, stabile, pluriennale

3. Approvare una legge per la tutela del suolo con misure di adattamento. L’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi (alluvioni e siccità) causato dalla crisi climatica, genera ingenti, e crescenti, danni con enormi costi economici e sociali

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4. Attuare una riforma della fiscalità in direzione ecologica. I prelievi e gli incentivi fiscali hanno un impatto rilevante sui costi delle misure e degli investimenti per la transizione ecologica

5. Accelerare la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’elettrificazione nei trasporti, negli usi civili e nell’industria. È urgente arrivare almeno a 10 GW di nuovi impianti per rinnovabili elettriche

6. Introdurre un sistema efficace di incentivazione per l’efficienza energetica degli edifici. Negli edifici (residenziali, del commercio e dei servizi) si consuma la quota maggiore di energia, circa il 45%

7. Rafforzare la circolarità di produzioni e consumi. L’utilizzo più efficiente dei materiali, pilastro fondamentale di un’economia più circolare, non genera solo benefici ambientali, ma un rilevante vantaggio economico e competitivo per l’Italia

8. Rafforzare le imprese nazionali con un Piano Nazionale di sviluppo delle filiere produttive per la transizione ecologica

9. Aumentare la quantità e migliorare la qualità del lavoro e aggiornare le competenze

10. Migliorare l’accesso ai finanziamenti e l’attrazione degli investimenti

11. Potenziare la ricerca e l’innovazione. L’Italia investe troppo poco in ricerca e sviluppo, l’1,6% del Pil, molto meno delle grandi economie europee

Tutto realmente possibile, ma un certo “eco-scetticismo” tutto italiano si alimenta ahinoi di una visione distorta dei costi della transizione ecologica e riduttiva dei suoi benefici. Siamo ormai entrati in una crisi globale, climatica ed ecologica, senza precedenti, che impatterà profondamente sulla nostra economia di domani, ragione per cui una transizione ecologica è assolutamente da attuare se vogliamo che la nostra economia possa avere un domani migliore.

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Fonte: Stati Generali

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