Il consumo di suolo ha raggiunto livelli record in Italia: cosa possiamo fare per proteggerlo ogni giorno

Il suolo rappresenta una delle più importanti risorse naturali che abbiamo a disposizione, ma nel nostro Paese lo stiamo sfruttando e consumando in modo scriteriato e pericoloso. Ognuno di noi, nel proprio piccolo, può invertire questa tendenza seguendo delle accortezze. Vediamo quali in occasione della Giornata mondiale del suolo

Il nostro suolo è un tesoro inestimabile, di cui sottovalutiamo l’importanza. Non ci offre solo cibo (circa il 95%) e altre risorse essenziali per la vita, ma in esso vivono importantissimi microrganismi e custodisce un quarto della biodiversità del Pianeta. Inoltre, è in grado di regolare il ciclo dell’acqua e rappresenta uno dei maggiori depositi di carbonio. Eppure, ce lo stiamo “divorando”. I dati dell’ultimo report ISPRA sul consumo del suolo sono allarmanti: nel nostro Paese continuiamo a perdere ben 2 metri quadri di suolo al secondo. Lo scorso anno abbiamo toccato il record peggiore dell’ultimo decennio; nel 2021 la media del suolo perso è stato di 19 ettari al giorno.

Nonostante le funzioni del suolo siano note e preziose all’ambiente e alla nostra vita, nel nostro Paese questa risorsa è costantemente sfruttata, invasa e cementificata. Oltre a comportare la distruzione e la frammentazione degli habitat naturali e a incrementare i livelli di inquinamento, questa situazione sta mettendo a rischio anche la sicurezza delle persone. E la terribile vicenda della frana di Ischia rappresenta una dei numerosi “effetti collaterali” della cattiva gestione del suolo e della mancanza di interventi di prevenzione.

Come sottolineato dai dati del CNR-Irpi, il suolo perso sul territorio italiano dal 2012 ad oggi avrebbe garantito l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che, restando sulle superfici impermeabilizzate da asfalto e cemento, non sono più disponibili per la ricarica delle falde, aggravando anche la pericolosità idraulica che dal 2000 al 2019 ha provocato 438 vittime in Italia.

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“L’Italia è un paese fragile: oltre il 16% del territorio è in aree ad elevato rischio irogeologico e sono 6 milioni le persone interessate, che cioè vivono in aree di potenziale rischio. Per non ripetere altri drammi come quello di Ischia, l’ultima cosa che dobbiamo fare è continuare a costruire. Invece i dati ufficiali ci dicono che nel 2021 abbiamo raggiunto il picco di cementificazione del territorio degli ultimi 10 anni” commenta Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Italia.

L’associazione ambientalista è intervenuta per denunciare il pericoloso scenario in occasione della Giornata mondiale del suolo, iniziativa lanciata nel 2002 dall’Unione internazionale delle scienze del suolo e dal 2014 istituita ufficialmente dalle Nazioni Unite.

Arrestare il consumo di suolo è una necessità per il nostro Paese. Dal lontano 2012 in Italia si discute di una legge a tal proposito, che non è mai diventata realtà. Oggi è ancora più urgente visto che la Commissione Europea nel 2021 ha approvato la nuova “Strategia europea per il suolo al 2030” impegnandosi a promuovere una Direttiva sul tema entro il 2023″ sottolinea il WWF Italia.

I suoli delle pianure italiane (19% del territorio) hanno una dotazione di sostanza organica tra il 2 e il 3%. Dobbiamo arricchire la fertilità naturale, impoverita nei decenni da monoculture e da impattanti pratiche meccaniche e chimiche. – evidenzia Walter Ganapini, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Re Soil Foundation (che si occupa proprio di tutela del suolo) – Come già ricordato durante i recenti Stati generali per la salute del suolo di Rimini, possiamo e dobbiamo farlo riportando nei terreni questo fertilizzante ottenuto da rifiuti organici da raccolta differenziata di qualità che grazie al CIC vede l’Italia leader UE in questo settore di punta della bioeconomia circolare.

Tre azioni da mettere in pratica per tutelare la salute del suolo

Che servano interventi mirati a livello nazionale (oltre che globale) per fermare il consumo di suolo è assodato, ma ognuno di noi nel proprio piccolo può fare qualcosa per proteggere questa preziosa risorsa. Ecco alcune azioni da mettere in pratica ogni giorno:

Acquista frutta e verdura bio

se vogliamo davvero preservare il suolo, possiamo innanzitutto scegliere di comprare esclusivamente prodotti come frutta e verdura biologica, oltre che di stagione (meglio ancora se a chilometro zero), proveniente da terreni non trattati con fertilizzanti.

Differenzia correttamente i rifiuti organici 

Fondamentale, inoltre, riciclare i nostri rifiuti senza fare errori. Nell’organico devono essere conferiti soltanto scarti di alimenti sia vegetali sia animali, ma anche sfalci di potatura e imballaggi realizzati in materiale compostabile.

Dobbiamo sempre ricordare che i rifiuti organici e gli altri materiali compostabili rappresentano il 40% del totale di tutti i rifiuti prodotti nelle nostre case. – sottolinea Lella Miccolis, Presidente del Consorzio Italiano Compostatori (CIC) – Questa componente così rilevante dei rifiuti può essere trattata senza problemi all’interno degli oltre 350 impianti di compostaggio e di digestione anaerobica italiani.”

Troppo spesso chi si occupa della trasformazione dei rifiuti in compost si imbatte in oggetti non adatti agli impianti industriali di compostaggio.

“Il maggiore ostacolo per avere un prodotto finale di qualità è la presenza di materiali non compostabili: plastiche tradizionali, vetro, metalli. E questo problema è segnalato con forza dagli stessi gestori degli impianti di trattamento. Più i cittadini avranno cura a separare i materiali organici e compostabili dal resto dei propri rifiuti, minori saranno gli ostacoli per produrre compost di qualità” sottolinea Marco Versari, presidente di BIOREPACK (Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile).

Come ricorda il consorzio, per dare vita ad un compost di qualità,  bisogna gettare nell’organico solo bioplastiche destinatte agli impianti di compostaggio, riconoscibili per l’indicazione sulla confezione dello standard europeo EN13432 o per la presenza di uno dei loghi che le contraddistinguono.

Non utilizzare pesticidi e altre sostanze nocive 

Infine, per tutelare la salute del suolo dovremmo mettere al bando i fertilizzanti chimici, evitando di utilizzarli nel nostro orto e giardino. Com’è noto, i pesticidi rappresentano una grande minaccia per l’ambiente (aggravando la piaga dell’inquinamento) e per diversi animali fondamentali per l’ecosistema, come le api, ma anche per la nostra stessa salute.

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Fonti: WWF/CIC/BIOREPACK/ISPRA

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