Le nuotatrici: la vera storia delle due sorelle siriane che hanno ispirato il film Netflix che tutti dovremmo vedere

È disponibile su Netlfix “Le nuotatrici”, ispirato alla storia delle sorelle Sarah e Yusra Mardini, le ragazze scappate dalla Siria per coronare il loro sogno olimpico. Un dramma biografico con, sullo sfondo, la guerra perenne e un popolo stremato

Nel pieno di una gara di nuoto, con le famiglie che dagli spalti tifano per gli atleti adolescenti in mezzo a miriadi di bandiere siriane, il tetto dell’edificio esplode mentre le bombe piovono dal cielo. Una atterra letteralmente sul fondo della piscina minacciando di esplodere, mentre una nuotatrice in preda al panico cerca di uscire di fretta e furia da quella stessa acqua. Per lei sarà l’inizio di un nuovo, complicato, terrificante viaggio. Via da quella guerra e da quella terra di solo dolore.

Quella nuotatrice è Yusra Mardini e questo è The Swimmers, la vera storia di lei e di sua sorella Sarah che hanno desiderato a tutti i costi sfuggire alla guerra in Siria e seguire il sogno di Yusra: arrivare alle Olimpiadi.

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Appena sbarcato su Netflix, The Swimmers è già tra i più visti in streaming, ma sicuramente non tutti sanno che la trama racconta fatti realmente accaduti e nemmeno molto tempo fa.

La pellicola diretta da Sally El Hosaini è infatti un dramma biografico che getta finalmente luce sulla vita dei rifugiati e sulla determinazione netta e costante di una giovane atleta. La determinazione e la fermezza di avere successo contro qualsiasi tipo di previsione.

La storia di Sarah e Yusra

Sono cresciute lì, in una dilaniata Damasco in una Siria che non conosce pace, Yusra e Sarah Mardini, due sorelle che cominciarono a praticare nuoto sin da piccole, sotto la guida del padre Ezzat. Un giorno, durante la guerra civile, la piscina dove stavano gareggiando venne colpita da una bomba, che bucò il tetto e finì in acqua. Il congegno non esplose per un difetto di fabbricazione, ma Sarah e Yusra capirono allora che era il momento di fuggire da quel Paese.

Dopo un primo tentativo di fuga andato a vuoto (una prima imbarcazione sulla quale si misero in viaggio venne intercettata dalla Guardia costiera), le due sorelle non persero le speranze e di nuovo si misero su un gommone, questa volta con un’altra ventina di passeggeri, che le doveva portare all’isola di Lesbo. Ma quella era solo una imbarcazione di fortuna, come d’altronde vediamo sempre più spesso, che durante un temporale cominciò anche prendere acqua. Così – dopo aver buttato invano tutti i bagagli – Yusra e Sarah e altri due uomini si buttarono in acqua per riequilibrare quel maledetto gommone. Una situazione devastante, che durò tre ore, fin quando l’imbarcazione e i suoi passeggeri non raggiunsero, sani e salvi, le coste greche.

Una volta in Grecia, Yusra e Sarah attraversarono i Balcani e, passando per la Macedonia, la Serbia, l’Ungheria e l’Austria, raggiunsero Berlino. Qui, una ONG le mise in contatto con il club di nuoto Wasserfreunde Spandau 04 e il tecnico Sven Spannekreb le fece trasferire in un edificio vicino alla piscina. Le ragazze ripresero a nuotare e intanto le raggiungevano anche i genitori e la sorella Shahed, ottenendo lo status di rifugiati.

Nel 2016, Yusra Mardini ha partecipato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nella nuova Squadra dei Rifugiati, la ragazza è diventata famosa per il viaggio intrapreso con la sorella.

La pellicola è disponibile su Netflix dal 23 novembre.

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Fonte: Netflix

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