Patatine fritte anticancro? Dagli USA le patate OGM a basso contenuto di acrilamide

Proprio quando l'Europa sta muovendo passi importanti per mettere al bando gli OGM, dagli USA giunge una notizia pronta ad allettare gli amanti del fast food. Si parla addirittura di patatine fritte anticancro. Negli USA sarebbe appena stata approvata una specie di patata OGM a basso contenuto di acrilamide.

Proprio quando l’Europa sta muovendo passi importanti per mettere al bando gli OGM, dagli USA giunge una notizia pronta ad allettare gli amanti del fast food. Si parla addirittura di patatine fritte anticancro. Negli USA sarebbe appena stata approvata una varietà di patata OGM a basso contenuto di acrilamide.

L’acrilamide è una sostanza che si sviluppa con la frittura e con la cottura ad alte temperature dei cibi amidacei ed è considerata potenzialmente cancerogena. Le patatine fritte sono uno dei simboli della globalizzazione e del cibo da fast food di scarsa qualità da consumare di fretta accompagnato da una bibita gassata ben poco benefica.

Durante la cottura le patatine fritte assorbono molti grassi e sviluppano l’acrilamide. Dato che le patate rappresentano un quarto degli ortaggi consumati negli Stati Uniti, le multinazionali biotech hanno subito trovato il modo di inserirsi sempre più a fondo nel mercato del fast food promuovendo delle patate OGM che promettono di risultare più salutari una volta fritte.

Se ne sentiva davvero la necessità? Il Dipartimento statunitense dell’Agricoltura ha dato il via libera alla coltivazione della prima patata OGM a basso contenuto di acrilamide negli scorsi giorni. Non stupisce che dietro lo sviluppo della nuova varietà di patata vi sia l’azienda JR Simplot Company, che da sempre rifornisce McDonald’s.

Tirando le somme della situazione, tutti i nodi vengono al pettine. È chiaro che la patata OGM a basso contenuto di acrilamide non serva a tutelare la salute dei consumatori, ma ad arricchire le tasche delle maggiori multinazionali del fast food. La patata OGM è stata modificata aggiungendo Dna proveniente da altre patate, con un meccanismo che permetterebbe di inibire gli enzimi che portano alla formazione dell’acrilamide.

Attenzione perché le nuove patate non permetteranno di annullare la produzione di acrilamide durante la frittura. L’acrilamide si svilupperà comunque, anche se in quantità inferiore dal 50 al 70% rispetto a quanto avverrebbe ora. Nel frattempo, la scienza non ha ancora confermato con certezza la correlazione tra acrilamide e cancro.

Ma le multinazionali hanno già fiutato il business, andando a braccetto con i sostenitori degli OGM. Pare che l’acrilamide si formi soprattutto nelle patatine fritte e poi surgelate che in seguito vengono di nuovo cotte ad alte temperature, proprio come avviene nei fast food. Non basterebbe ridurre il consumo di alimenti di questo genere per proteggere la nostra salute, senza dover ricorrere agli OGM?

Marta Albè

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